In arrivo in Italia lo yogurt realizzato senza latte
Un nuovo allarme in campo alimentare: è in arrivo in Italia lo yogurt realizzato senza latte. Al posto del buon latte fresco, solo polvere di latte!
Il divieto previsto dalla legge dell’11 aprile 1974 n.138, che riguarda la ricostituzione del latte in polvere per l’alimentazione umana è stato rimosso, con il parere favorevole della Commissione agricoltura della Camera. La nuova norma viene giustificata con la necessità di ridurre i costi di trasporto, “poiché la polvere occupa meno spazio del latte fresco.” Grazie tante: questa è la scoperta dell’acqua calda! ( Anzi, del latte cotto). Chiudo il file con il comunicato piuttosto avvilita. Quando si affrontano le problematiche delle strategie alimentari di mercato l’umore cambia di botto: eppure, bisogna pur farlo. Quella della sicurezza alimentare sarà tra le più importanti battaglie che i consumatori dovranno condurre nel futuro, anche pensando ai più giovani(tra i quali sono in fortissimo aumento le allergie alimentari).
I segnali sono preoccupanti: vino al metanolo, mucca pazza, contaminazioni batteriche,infezioni alimentari, OGM, uso smodato di additivi sia per le lavorazioni che per la conservazione, scomparsa della biodiversità, prodotti cosiddetti dietetici immessi sul mercato con sistemi simili alla catena di Sant’Antonio( qui, per fortuna, in molti casi è intervenuto l’Antitrust), etichettature insufficienti, diete che portano a seri guai per la salute, speculazioni varie ….ce n’è per tutti i gusti ( o disgusti). Il consumatore perde via via certezze e reagisce chiedendo una maggior qualità, anche a fronte di un maggior esborso. Aspettando il giorno in cui “qualità” non sia sinonimo di speculazione. Ma, per quanto i consumatori possano essere istruiti e consapevoli, i costi non calano di certo: i dati resi noti in questi giorni dall’Ismea sono eloquenti, anche se passati praticamente sotto silenzio.
Nel primo trimestre 2011 gli acquisti alimentari delle famiglie italiane sono crollati ( del 3,6% su base annua, con punte addirittura dell’8,7% per frutta e legumi e del 7,5% per prodotti ittici). La crisi ha portato a modificare le abitudini alimentari, non solo con la riduzione degli sprechi e con l’acquisto di prodotti meno pregiati, ma, addirittura, con la riduzione del cibo. Per qualcuno potrebbe anche essere una buona notizia, se non fosse che i prezzi, nonostante il crollo della domanda, continuano a salire!
La mancata flessione dipende da un mercato poco concorrenziale, con una filiera troppo lunga ed una burocrazia statalista che ostacola, in molti casi, la vendita diretta agricoltore-consumatore. E’ il momento di invertire la rotta, con misure di liberalizzazione (vera) e contro la speculazione sui prezzi. L’inversione di tendenza deve prevedere anche l’inasprimento delle sanzioni contro chi avvelena la salute. Per ora, non si sono viste misure significative a livello politico. Intanto, la pubblicità continua ad ammanirci felici famigliole televisive , che affrontano la colazione mattutina in completi alla moda. Le taglie da sfilata dei sereni protagonisti appaiono del tutto incompatibili con l’orgia di lipidi e glucidi (conditi di conservanti) che nessun organismo umano potrebbe sopportare senza conseguenze.
Per molti, le conseguenze già ci sono. Ecco, lo sapevo: questo argomento ansiogeno mi fa venire l’allergia! Dovremo affrontarlo ancora, purtroppo. Cibarsi è un’attività umana piuttosto importante, e ogni consumatore si trova in prima linea. Attendo, come sempre, vostri suggerimenti. Nel frattempo, prenderò uno yogurt: vero, bianco, della centrale del latte, non pubblicizzato, senza particolari proprietà che non siano quelle di essere fatto di latte fresco, in modo tradizionale. Uno sguardo all’etichetta mi rassicura: di polveri non c’è nemmeno l’ombra.