Anche il lutto è social

La condivisione del dolore. Uno dei sentimenti più privati, insieme all’amore, diventa social

di Matteo Lunelli

Internet è la nuova Spoon River. Oltre alla politica, allo sport, alle notizie, quello che riempie siti, bacheche e profili è il dolore. La morte di una persona conosciuta, o di un perfetto sconosciuto, va condivisa. Il primo vero funerale digitale della storia è stato quello di Steve Jobs. Status in Facebook, tweet, immagini, commenti, articoli online, cordoglio e affetto, in una celebrazione laica collettiva che ha coinvolto tutto il pianeta. Ma ogni giorno, in una cerchia più o meno ristretta, le lacrime digitali scorrono a fiumi.

Le persone vogliono rendere partecipi amici e conoscenti del proprio dolore. Ecco quindi i messaggi d’addio sulle bacheche di Facebook, con i «Mi Piace» che diventano le condoglianze del nuovo millennio. Tutti devono sapere quando si soffre. In alcuni casi si sfiora il macabro: c’è, infatti, chi va sulla bacheca della persona scomparsa, che non leggerà mai quell’ultimo saluto, ma gli amici comuni sì, a scrivere un messaggio. Si condivide una sua fotografia, oppure si mette nella propria foto profilo l’immagine del morto.

L’elaborazione di un lutto è un argomento molto delicato, ma è evidente che l’avvento di internet ha cambiato il modo di porsi della gente di fronte alla morte. Non necessariamente in maniera negativa, anzi. Le persone scomparse rivivono in video - ormai di prassi il montaggio di fotografie con una musica lenta in sottofondo -, foto e siti. E, se per chi resta tutto questo è d’aiuto, va bene così.

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