Ieri pomeriggio ero in redazione all’Adige a lavorare. Ho alzato gli occhi dal computer e, dalla finestra, ho intravisto un riflesso rosso che colorava il Bondone. Così, senza nemmeno pensare al perché lo stessi facendo, ho preso il cellulare, ho aperto la finestra e scattato una foto. Mi sono riseduto alla scrivania e con il Bluetooth ho trasferito l’immagine dal telefono al desktop. Senza alcuna pretesa mi sono detto «è decente, mettiamola sul profilo Facebook dell’Adige, magari a qualcuno piace». A qualcuno? Solo a qualcuno?

Aggiorno la pagina e trovo 12 Mi Piace. Però. Aggiorno e siamo a 35 con 5 commenti e 7 condivisioni. Passa qualche minuto e, rialzando la testa verso la finestra, mi accorgo che il buio è già calato sulla città. Nonostante questo ci provo e metto un commento alla foto: «se volete inviateci la foto del tramonto da casa vostra o dal vostro ufficio». Intanto siamo a oltre 60 Mi Piace. Vado nella posta in arrivo ed ecco un lettore di Levico che manda il «suo» tramonto. Salvo la foto ed ecco un’altra email, da Rovereto. Poi Pergine, poi anche Civezzano. In pochi minuti le foto sono online sul profilo Facebook e sul sito dell’Adige in un’apposita gallery. Altri due lettori pubblicano due scatti da Villazzano e da Riva del Garda direttamente su Fb.

E il popolo di Facebook guarda e clicca. Uomini e donne, ragazzi e signore, trentini e non, condividono l’immagine sul proprio profilo personale. Per ognuno lo scatto ha un significato diverso: «Che spettacolo, quanto mi manca il mio Trentino»; «Che colori, e io sono chiuso in ufficio»; «Il paradiso vestito di pesca e di zaffiro». Marketing territoriale con pochissimi megapixel e a costo zero.

Questa mattina apro la pagina e conto: 5 foto pubblicate, 213 Mi Piace, 34 commenti, 30 condivisioni. Viva il meteo, viva il cielo rosso arancione. Vuol dire che nei prossimi giorni dovrò lavorare meno e guardare di più fuori dalla finestra?