Carolina, nome azzurro nazionalità St. Ulrich
Nonostante la graziosa Carolina (Kostner) abbia un nome italianissimo e venga da una valle ladina come la Gardena (pare tra l'altro che il toponimo Ortiseyt sia più antico di quello tedesco, che richiama il santo patrono Udalrico), nonostante abbia messo - quella birichina - una manina sul cuoricino durante l'esecuzione dell'inno nazionale italiano dopo la vittoria agli europei di pattinaggio, il quotidiano Dolomiten continua la sua battaglia contro l'innominabile nazione da cui peraltro riceve giustamente gli abbondanti finanziamenti previsti per l'editoria delle minoranze linguistiche.
Ecco il podio di Sheffield, secondo il Tagblatt der Südtiroler: 1. Carolina Kostner (St. Ulrich); 2. Kiira Korpi (Finnland); 3. Jelene Gedewanischwili (Georgien) e poi avanti fino a 23. Francesca Rio (Italien). Sul quotidiano dei sudtirolesi infatti la nazionale italiana per cui gareggiano gli atleti sudtirolesi - se proprio sono costretti a citarla - è evocata solo in modo cromatico: die Azzurri.
Un norvegese o un turco o un giapponese che - di passaggio a Bolzano - aprissero per caso il Dolomiten e leggessero la classifica, sarebbero indotti a credere che Carolina e Francesca appartengono a due squadre diverse, e che St.Urlich sia un isolotto del Pacifico o dei Caraibi, una di quelle piccole nazioni che scopriamo solo alle Olimpiadi.
Eppure la didascalia alla foto di Gerry Penny dell'Epa recita ignara: Carolina Kostner from Italy listens to the national anthem.
Carolina - che forse s'infischia di queste piccole resistenze etnico-toponomastiche-dolomitiche - la mano sul cuore l'ha messa: nonostante l'inno di Mameli, trasudante italico patriottismo, e quel tricolore poco intonato al campanile di St.Ulrich.