Care vecchie nuove tecnologie: Estonia batte Italia 100 a 0

Da buoni italiani continuiamo a guardare l’Estonia unicamente come meta di turismo sessuale, senza renderci conto che ci stanno facendo respirare la polvere: loro sì che sanno usare le care vecchie nuove tecnologie

di Matteo Lunelli

Finlandia batte Italia. Estonia batte Italia. Norvegia batte Italia. No, non si tratta del risultato del girone eliminatorio degli Europei, considerato anche che gli azzurri se la vedranno con Spagna, Croazia e Irlanda. Si tratta dei Paesi che sono più avanti di noi nel proprio sistema informatico. O, meglio, nell’agenda digitale. Citando il sito governo.it, «il Progetto strategico Agenda digitale italiana, è una delle novità principali del decreto Semplifica Italia. Sulla base della strategia definita nel 2010 dalla Commissione europea “Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, l’Agenda mira a rendere liberamente disponibili i dati delle pubbliche amministrazioni; si propone di incentivare la trasparenza, la responsabilità e l’efficienza del settore pubblico; punta ad alimentare l’innovazione e stimolare la crescita economica».

Traducendo dal politichese, banda larga, parcheggi da pagare con il telefonino, seggi elettorali online, dichiarazione dei redditi da compilare via internet, ricette mediche da pescare sul web. A Tallinn tutto questo accade, già da tempo, con un risparmio - di soldi, di tempo, di carta - incredibile. E dai noi? L’Italia, come spesso accade, è clamorosamente indietro. Battuta dalla Romania per velocità media delle connessioni, dall’Islanda per numero di cittadini che possono accedere alla rete, dal Belgio per densità di host, dalla Serbia per host internet in rapporto al reddito, dalla Polonia per numero di donne online (in ogni fascia d’età).

Ma a parte dati e numeri (per approfondimenti vi consiglio questo articolo da corriere.it), perchè tutto questo accade? Una delle possibili risposte può legarsi ad una frase che ho sentito qualche giorno fa. Una persona, sui sessanta e che ha un ruolo importante, parlando di smartphone, diceva «il problema di queste nuove tecnologie è che non tutti sono in grado di usarle». E qui, secondo me, casca l’asino. Prima di tutto smettiamola di parlare di nuove tecnologie: smartphone, tablet, computer, web non sono più nuove, anzi sono quasi vecchie. Le generazioni under 30 sono nate con in mano un telefonino e se gli chiedi l’indirizzo ti danno quello del loro blog, non la via di casa. Non hanno mai visto un giradischi, ma per loro un tablet è quasi come un soprammobile, presente in ogni casa. Skype (nato, toh, in Estonia!) è stato introdotto nel 2002, quindi ormai dieci anni fa. Se una persona non sa cosa sia, come si usi e le potenzialità che ha, si aggiorni. Il primo smartphone (Simon, della IBM, con calendario, rubrica, blocco note, email) è datato 1992! E si potrebbe andare avanti ore con la lista.

Da buoni italiani continuiamo a guardare l’Estonia unicamente come meta di turismo sessuale, senza renderci conto che ci stanno facendo respirare la polvere: loro sì che sanno usare le care vecchie nuove tecnologie.

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