Ma Rovereto di notte smette di esistere?
Agli inizi di maggio l'articolo di una rissa notturna tra alcuni giovani nel centro di Rovereto, una scazzottata con tanto di bicchierate in faccia e ricoveri in ospedale, generò un'interessante discussione tra i lettori sul sito dell'Adige. Il tema: le opportunità di svago serale e notturno che la città offre ai giovani.
Oggi, a distanza di quasi due mesi, ormai in piena estate, quando insomma Rovereto si presenta al meglio delle sue potenzialità ricreative (feste, concerti, iniziative di incontro) penso sia il momento giusto di riproporre il tema.
Rovereto è una città morta? Nel caso, di chi è la colpa?
Tornando alla discussione sul sito, mi colpì molto l'intervento di un lettore che si firmava: "un giovane cittadino". Non condivido la sua analisi, ma sarebbe ipocrita negare che le sue parole fotografano un aspetto reale di Rovereto: "Non esistono luoghi che possano in qualche maniera dare un'alternativa all'alcool, un sacco di locali sono costretti dall'amministrazione comunale a chiudere prestissimo, quindi man mano che chiudono tutti i ragazzi sempre più ubriachi si concentrano negli ultimi posti aperti, e questo provoca principalmente 2 cose, l'aumento del baccano perchè tutti si concentrano in un posto e sopratutto un'insoddisfazione personale della gente che inconsciamente si rende conto di aver affogato un altro giorno della propria vita in un bicchiere,tutto ciò crea conseguenze disastrose a livello psicologico nei giovani che hanno bisogno di sfogare i loro impulsi. I giovani feriti non sono vittime della violenza di uno dell'altro, sono solo vittime della noia e dell'insoddisfazione. Scendete in strada e chiedetevi se è questa la vita che volete per i vostri figli o fratelli o chi volete voi..."