Donne al volante, polemica costante
Fare ironia e sarcasmo sul web può essere rischioso. Eppure i social network sono uno spazio denso di retorica e luoghi comuni. Ma toccare certi nervi scoperti può alzare un polverone: un polverone in un lago ghiacciato in realtà, nel senso che polvere da alzare non ce n’è assolutamente.
Riassumo brevemente: arriva in redazione una fotografia molto divertente. Un classico “epic fail”: una macchina che ha sbagliato manovra e che si trova in bilico su un muretto. Nessun ferito, nulla di minimamente preoccupante: si può, quindi, farsi una bella risata. Una donna guidava la macchina, una donna ci gira la fotografia, una collega donna scrive la didascalia dell’immagine. Un uomo, io, la pubblica. E un uomo, sempre io, ci tiene a sottolineare immediatamente che “si tratta di una battuta”, con tanto di faccina sorridente e sdrammatizzante. Ma non basta e si scatenano le proteste. Non troppe, in realtà: parliamo di una ventina al massimo di donne (e qualche uomo) scandalizzate.
Nell’oceano di commenti si tira in ballo di tutto: il femminismo, le capacità giornalistiche, la volgarità, i licenziamenti, gli stupri, gli incidenti mortali, i diritti civili, le pari opportunità, le violenze sulle donne, gli omosessuali. Ne deduco che le pari opportunità (o meglio la loro assenza) sono strettamente correlate al detto “Donna al volante pericolo costante”.
Gli aspetti sociologici della reazione di alcune persone sono divertenti per un certo aspetto, ma preoccupanti per molti altri. Dire che esiste disparità di genere per una didascalia ad una foto spiritosa è come dire che la violenza negli stadi esiste perché un giornalista ha scritto che un giocatore di Seconda Categoria ha i piedi a banana. E’ divertente notare come tutti quelli che chiedono a gran voce il licenziamento in tronco del giornalista usino il maschile: il responsabile, il giornalista, l’autore, senza minimamente pensare che esistano donne che hanno dell’autoironia.
Le stesse donne che non si sono minimamente preoccupate di difendere un’altra donna alla guida. Mi riferisco alla Fornero (che guida il Paese e non l’Audi alla Vela), attaccata da tante persone in un post su Facebook pubblicato solo dieci minuti dopo. E sorprende che le stesse donne non ricordino le decine e decine di foto e notizie da noi pubblicate a difesa dei loro diritti: controllo un paio di profili Facebook di alcune novelle Giovanna d’Arco trentine e vedo delle foto pubblicate dall’Adige solo qualche giorno fa, condivise e apprezzate. E nessuna di loro ha invocato la mia promozione quando le pubblicai. Sul web la memoria è cortissima.
Se, sulla stessa foto, avessimo scritto (ironicamente!) “Un anziano, ovviamente con il cappello in testa, sbaglia parcheggio”, il Circolo Pensionati avrebbe chiesto la mia testa?
Ok. Detto questo sono pronto ad essere sepolto di critiche. Se civili e motivate, le accetterò. (Avviso: quella che segue è una battuta ironica!) Però continuerò a stare sulle spine quando guidano mia mamma, mia zia o la mia ragazza. Permettetemelo.
P.S. Su Facebook la foto è stata visualizzata 7.000 volte, quasi un record.
La didascalia con il commento:
Così guidano le donne... L'incidente, senza feriti, è accaduto alla Vela qualche giorno fa. (Naturalmente la didascalia è una battuta :D)