Ragazzini e iPhone: le regole da rispettare

di Matteo Lunelli

Una mamma regala per Natale al proprio pargoletto di tredici anni un iPhone. Tutto abbastanza normale, se non fosse che la mamma in questione è una blogger dell’Huffington Post e che, oltre a essere una giornalista, pare sia anche un ottimo notaio. Sì, perché nel biglietto sul pacchetto regalo non scrive gli auguri al figlio ma 18 regole che il ragazzo deve seguire. Un vero e proprio documento (mancava solo la marca da bollo) da rispettare totalmente, pena il sequestro del melafonino.
Ecco, in sintesi, le regole, che traduco dal documento originale che trovate qui.

1) L’iPhone è mio: l’ho pagato e te lo sto solo prestando.
2) Devo sempre sapere la password
3) Devi sempre rispondere, soprattutto se sullo schermo appare “Mamma” o “Papà”
4) Il telefono va consegnato a un genitore e spento alle 19.30 (21 nei weekend)
5) Mai portarlo a scuola
6) Se si rompe lo ripaghi tu
7) Non usare la tecnologia per prendere in giro altre persone
8) Non mandare sms o email con cose che non diresti a quattr’occhi
9) Non mandare sms o email con cose che non diresti a quattr’occhi con i genitori della persona presenti
10) Niente porno
11) In pubblico spegnilo o silenzialo
12) Non mandare o ricevere foto di parti private del corpo umano
13) Non serve fotografare o filmare tutto: vivi le tue esperienze
14) Impara a vivere senza il telefono: ogni tanto lascialo a casa
15) Accedi alla musica per espandere i tuoi orizzonti
16) Fai i giochi intelligenti
17) Tieni gli occhi aperti e guarda il mondo intorno a te
18) Io sono dalla tua parte ma potrei sequestrarti il mezzo

Avendo avuto il mio primo cellulare a 26 anni (ma ora ammetto di esserne piuttosto dipendente) mi chiedo come avrei reagito a 13 anni ad una lettera del genere. Certamente alcune regole sono ineccepibili, ma probabilmente un adolescente risponderebbe a diciotto diktat del genere con un “Vabbé, a questo punto scrivimi anche i messaggi”...

 

P.S. Qui sopra i fatti. L'opinione? Forse meglio un iPhone a 18/20 anni invece che a 13, così nel frattempo si educa il ragazzo a rispettare le regole di cui sopra, senza imporle.

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