Forza Italia, la casa che cade sempre

di Paolo Micheletto

Forza Italia (o Pdl) da sempre ha ottenuto risultati molto diversi alle elezioni provinciali e a quelle nazionali. Esiti anche attorno al 30% quando si votava per il Parlamento europeo o nazionale, esiti ben inferiori alle consultazioni provinciali o nei maggiori comuni trentini: Forza Italia (o Pdl) da vent’anni vive sull’ottovolante. A dire il vero, alcune costanti ci sono sempre state, in Trentino, ad iniziare da una residuale rappresentanza al Parlamento nazionale, nel senso che all’ombra delle Dolomiti Forza Italia ha spesso sacrificato il proprio “peso” a favore dei candidati imposti da Roma (come è stato più volte con Enrico La Loggia) o a favore di Michaela Biancofiore.


La vera costante nei berlusconiani in Trentino è però legata al fatto che i tanti dirigenti che hanno guidato il partito non sono mai riusciti a mettere in piedi una seria e valida alternativa al sistema dellaiano o comunque al centrosinistra autonomista in generale. Tanti ci hanno provato e hanno abbandonato. Molti hanno utilizzato il partito come un autobus che li ha portati in prima classe per qualche anno e poi sono scesi alle loro fermate preferite. Altri hanno ingaggiato furiose battaglie per bande, lasciando una casa distrutta dal fuoco e senza fondamenta.


Oggi Forza Italia è nelle mani di Michaela Biancofiore e di Giacomo Bezzi. La prima non ha mai fatto della diplomazia la sua arma migliore, arrivando al vertice grazie ad uno stretto rapporto personale con Silvio Berlusconi e a furia di epurazioni dei presunti oppositori interni. Insomma, non il massimo quanto a ricerca del consenso. Bezzi, invece, proviene dagli autonomisti del Patt e ha seguito strade politiche tutte personali: difficile pensare che sarà lui a costruire un progetto a lunga scadenza per i berlusconiani. Ma attendiamo i fatti: di sicuro Forza Italia in vent’anni non è mai diventata un vero partito «trentino», con dirigenti, progetti, programmi e sezioni. Aspettiamo per vedere se sarà la volta buona.

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