Parcheggi, la rivoluzione monca

di Franco Gottardi - NO -

Quando dieci anni fa apparvero sulle strade di Trento le strisce blu e i parcheggi a raso divennero a pagamento personalmente la accolsi come una novità positiva. Il problema dell'inquinamento atmosferico da eccesso di traffico era all'apice e la novità poteva disincentivare l'uso della macchina facendo del bene alla vivibilità cittadina. Inoltre trovare in caso di necessità un parcheggio attorno al centro divenne finalmente da incubo quotidiano a impresa possibile. Da allora il costo è rimasto invariato e la ricerca del posto è tornata incubo, mentre in alcune zone periferiche le strade dipinte di blu si sono letteralmente svuotate. Trovo perciò comprensibile che il Comune pensi oggi di ritoccare le tariffe e modularle a seconda dell'uso effettivo di posti. La cosa insopportabile però è che in questi dieci anni non si sia fatto nulla delle politiche che avrebbero dovuto accompagnare i metodi di dissuasione all'uso dell'auto. Si parlava di parcheggi di attestamento dotati di comfort e servizi da cui dovevano partire metropolitane di superficie supermoderne ed efficienti. Invece i parcheggi sono ancora solo vaghe ipotesi e il trasporto pubblico, che viaggia ancora su quattro ruote e lungo le stesse corsie preferenziali di allora, è da anni oggetto di tagli e soppressioni di corse. E così una scelta giusta ma impopolare come l'aumento delle tariffe in centro finisce per diventare detestabile.

 

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