Il voto in Svizzera e una Lega da legare

Gli elettori svizzeri hanno deciso di farla finita con la libera circolazione dei lavoratori stranieri, anche se europei. Ridando fiato ai tromboni leghisti contrari all'immigrazione, a prescindere.

di Giorgia_Cardini

Gli elettori svizzeri hanno deciso di farla finita con la libera circolazione dei lavoratori stranieri. Il 50,3% dei votanti ha approvato infatti il referendum contro l'immigrazione senza limiti. Berna dovrà rivedere dunque il trattato che dai primi anni Duemila ne faceva a tutti gli effetti un paese europeo, per quanto riguarda gli ingressi dei cittadini europei, e limiterà pesantemente i permessi di lavoro rilasciati.
La Lega nord, come tutti i partiti xenofobi e antieuropei fioriti negli ultimi anni, alla notizia della vittoria dei sì ha esultato. In particolare, hanno esultato gli eurodeputati Borghezio e Salvini, convinti che il voto svizzero rappresenti una rampa di lancio per un referendum simile in Italia. Che ci farebbe uscire dall'Europa all'istante.
Salvini, che è lombardo, dovrebbe tra l'altro sapere che gli italiani rappresentano 290mila del milione e 850mila stranieri domiciliati nella Confederazione elvetica e che moltissimi suoi corregionali sono lavoratori frontalieri: gente cioé che parte ogni mattina dalla Lombardia e varca il confine svizzero per guadagnare là i soldi che in Italia non trova.

I frontalieri provenienti dall’Italia sono infatti 65mila, dalla Francia 145mila, dalla Germania 57mila. Numeri importanti: perciò il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble ha espresso subito «rammarico» per l'esito del voto, mentre la voce del governo italiano e del segretario del principale partito di maggioranza (impegnati da settimane a guardarsi l’ombelico) non si è udita.

In compenso, si è sentita quella dell'illuminato europeista Matteo Salvini, che incassa l'indennità di europarlamentare mentre sputa sull'Europa un giorno sì e l'altro anche.

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