La legge elettorale non si cambia: "Salterebbe l'accordo sulle riforme e la legislatura".

I mille emendamenti al Ddl Delrio che svuota le Province fanno perdere tempo e mettono a rischio la tenuta della maggioranza: "il governo pone la fiducia".

Il decreto legge su contratti a termine e apprendistato non può essere modificato: "Sono due punti intoccabili della nostra proposta. Non sono due temi a piacere".

Durante la discussione del disegno di legge sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione (che il Consiglio dei ministri approverà lunedì) saranno poi presentati pure alcuni emendamenti in senso presidenzialista che consentiranno al premier attuale e a quelli futuri di mandare a casa i ministri senza passare da Quirinale e Parlamento e di porre in votazione i decreti del presidente del Consiglio in via prioritaria rispetto persino ai disegni di legge di iniziativa popolare (uno vale più di cinquantamila?) o magari firmati da tutti i deputati.

Attenzione, perché di questo passo diverrà lecito chiedersi a cosa serva mantenere in vita non solo il Senato, ma anche la Camera (domanda peraltro ricorrente da quando la decretazione d'urgenza ha assunto i caratteri dell'ordinarietà). E magari spunterà un'altra riforma "per fare, semplificare, sburocratizzare e modernizzare", le quattro parole d'ordine più in voga negli ultimi mesi, tra le quali si nota l'assenza di un'altra parola: "qualità".

E se l'antidoto ora c'è (nel 2007 fu bocciato per referendum lo scempio della Costituzione voluto da Silvio Berlusconi e approvato a colpi di maggioranza), non è detto che ci sia ancora quando servirà.

Il referendum confermativo e abrogativo potrebbe infatti essere messo nelle slides della spending review e finire all'asta su eBay.