Ribelli ieri, normalizzatori oggi
E' stato un ribelle, nel suo partito, ora è un normalizzatore. Però Matteo Renzi continua a ritenersi un ribelle e così ringrazia coloro che 70 anni fa decisero di liberarsi e liberare l'Italia dal giogo nazifascista. Un elogio che stride parecchio con la mancanza di volontà di dialogo che sta caratterizzando il suo governo sulle riforme e con i richiami all'ordine rivolti a chi, nel Pd, coltiva la critica e dunque la ribellione.
E' stato un ribelle, nel suo partito, ora è un normalizzatore.
Però Matteo Renzi continua a ritenersi un ribelle e così ringrazia coloro che 70 anni fa decisero di liberarsi e liberare l'Italia dal giogo nazifascista. Un elogio che stride parecchio con la mancanza di volontà di dialogo che sta caratterizzando il suo governo sulle riforme e con i richiami all'ordine rivolti a chi, nel Pd, coltiva la critica e dunque la ribellione.
Il Senato ineleggibile non lo vuole quasi nessuno, a cominciare da molti senatori democratici, ma Renzi, Boschi e Delrio tirano dritto rischiando di andare a sbattere contro un muro, nonostante Vannino Chiti abbia messo in campo una proposta di gran lunga migliore, sulla quale per la prima volta sono disposti a convergere persino i 5 Stelle.
La riforma della legge elettorale Italicum è un pateracchio dalle sembianze suine che ora suscita qualche dubbio persino nel suo co-autore, Silvio Berlusconi, ma la richiesta di modifiche ulteriori cade nel vuoto.
Il decreto Lavoro sul contratti a termine e apprendistato è stato reso solo un po' più digeribile grazie alla cocciutaggine della sinistra Pd, ma nel passaggio al Senato potrebbe tornare a essere un piatto immangiabile (per i lavoratori, certo, non per gli imprenditori), mentre il Jobs act vero - col contratto unico, a tempo indeterminato e a tutele crescenti - è rinviato al 2015.
Di riforma della Giustizia invece non si parla, mentre la sentenza della Cassazione sulla strage alla Thyssen urla tutta l'urgenza di pigliare in mano il pacchetto per uscire dall'incertezza della pena e dall'intollerabile protrarsi dell'assenza stessa di Giustizia, sia penale che civile.
Diritto di voto, istituzioni repubblicane, lavoro, giustizia: cardini fondamentali della Costituzione nata dai "ribelli di allora".
Non a caso Marco Revelli, storico e sociologo italiano, figlio del partigiano Nuto Revelli, ieri ha risposto così al tweet di Renzi: "I ribelli di allora sono gli stessi di oggi, che si ribellano a chi vuole manomettere la loro Costituzione in senso autoritario e oligarchico".
Oggi, 26 aprile, buon 25 aprile: tutti i giorni. (@cardiniladige)