Una città universitaria «stupefacente»
L'ha presa con filosofia lo studente di Filosofia che si è fatto beccare con le mani nella marmellata nel suo appartamento. Nel caso specifico la marmellata non era marmellata ma marijuana. E l'appartamento non era il suo ma quello dato in locazione, a condizioni molto vantaggiose, dall'Opera Universitaria, ente funzionale della Provincia autonoma di Trento, che si occupa dei servizi mensa, di borse di studio e di posti letto (che in totale, nella città capoluogo, sono 1504, tra proprietà, locazione e convenzione).
Il giovane - un ventenne nato in provincia di Salerno che, per motivi immaginabili, era diventato molto popolare - aveva ottenuto un posto in un appartamento in via Tomaso Gar, ad uno sputo dal Diparimento di Lettere. E quando si dice "ad uno sputo" non si tratta di una forzatura (sempre che si tratti di sputo con gittata dignitosa).
Per lui, oltre alla denuncia per detenzione ai fini di spaccio (nella cucina di casa, in un barattolo, aveva nascosto 40 grammi di erba), è previsto l'allontanamento dai locali a canone agevolato. "È la prima volta che capita" fanno sapere, dalla sede di San Bartolomeo, i responsabili dell'ente.
Chi ha avvicinato il ragazzo dopo l' "espulsione", dice che non si è scomposto. Buon per lui. E non si scompongono neanche i suoi coeteanei, che dicono: "È solo Maria!". Nella città dove studenti e residenti del centro storico si "scontrano" sugli orari delle feste in piazza, lo stupefacente non stupisce e diventa protagonista di feste indoor.