Quei giovani senza più una guida salda
Era così bello quando ai bambini si raccontavano le fiabe. La sera, prima di addormentarsi, aspettavano quel momento di fantasia che diventava un atto d'amore. Però non è di nostalgia che parliamo, i tempi cambiano, i tempi sono cambiati. Vorremmo parlare di fiabe e precisamente dei «Musicanti di Brema» dei fratello Grimm
Era così bello quando ai bambini si raccontavano le fiabe. La sera, prima di addormentarsi, aspettavano quel momento di fantasia che diventava un atto d'amore. Però non è di nostalgia che parliamo, i tempi cambiano, i tempi sono cambiati. Vorremmo parlare di fiabe e precisamente dei «Musicanti di Brema» dei fratello Grimm. Quelli che una volta erano piccoli ricorderanno il cane, il gatto, il gallo e l'asino che, essendo stati scacciati dalla fattoria perché ormai troppo vecchi, decisero di andare a Brema, appunto, per fare i musicanti. In una scuola materna di Orvieto le maestre hanno deciso di far recitare la storia ai bambini, che ne sono stati subito entusiasti. Nessuno però aveva previsto le reazioni di alcuni genitori, insorti con vive proteste contro l'idea che prevedeva, ovviamente, anche l'interpretazione dell'asino. E chi avrebbe fatto l'asino, forse il più asino di tutti? Sarà mica mio figlio? Col rischio di terribili conseguenze sulla psiche del piccolo protagonista. Si sospenda la recita, qui nessuno farà l'asino, i quattro musicanti potranno al massimo diventare tre.
Il caso può diventare spunto di riflessione alla luce di un recente fatto di cronaca. Un ragazzo di 14 anni è stato seviziato con una pistola ad aria compressa che l'ha mandato dritto in ospedale con gravi danni all'intestino, un'operazione al colon e tutte le conseguenze che gliene vengono. Autore della violenza un ragazzo più grande, 24 anni, alla presenza di due suoi amici. Colpa del quattordicenne quella di essere troppo grasso. E il commento dei genitori fa rimanere allibiti: poverino, tutto questo clamore per un gioco innocente, mio figlio non voleva certo fargli del male, è stato solo uno scherzo.
Siamo all'assurdo quando mamma e papà trovano giustificazioni sempre e comunque, senza capire che l'educazione è tutta un'altra cosa, che ha a che fare con i valori e pure con le regole.
Papa Francesco, nella preghiera alle famiglie in preparazione del Sinodo, disse che «la questione in gioco è non solo il futuro della famiglia, ma dell'intera società umana, di cui la famiglia è la cellula vivificante». E questo vale non solo per i fedeli, ma per tutta la collettività, credenti e non credenti. «Mi sembra di capire - spiega il cardinal Tettamanzi - che i giovani abbiano voglia di famiglia, contrariamente a quanto si pensa». Ma non di quella che giustifica ad ogni costo, rinunciando agli insegnamenti fondamentali. Il che è pur vero che facilita il compito e non impegna, ma neanche ottiene buoni risultati.
Oltre alla famiglia assume grande influenza la società e la assumono in special modo tutti quei soggetti che per loro natura dovrebbero fungere da esempio. La scuola al primo posto. Il ministro Stefania Giannini era a Bolzano nei giorni scorsi, prima tappa di un tour italiano organizzato per parlare della buona scuola che non vuol dire soltanto materie da studiare e rapporto scuola-mondo del lavoro (pur essenziale), ma anche modo di comportarsi, di rapportarsi col prossimo, di affrontare la vita.
E che dire delle istituzioni, il cui ruolo non può essere politico soltanto ma dovrebbe essere anche sociale.
Non diciamo culturale per non esagerare. Prende però lo sconforto di fronte a certi spettacoli ai quali ci stiamo ormai abituando, urla insulti e parolacce, schiaffi spintoni e lancio di libri in Parlamento tra persone che dovrebbero essere autorevoli per il ruolo che rivestono e che spesso danno invece l'impressione di imitare il branco, dove l'unione fa la forza a supporto di azioni assolutamente ingiustificate e ingiustificabili. Succede così che chi prende le cose con serietà e lavora per il bene del cittadino non riesce a modificare la sfiducia diffusa nell'opinione pubblica. Intanto molti giovani crescono con idee distorte e troppo spesso oscillano senza una guida come una pianta senza sostegno. E saranno gli adulti di domani.
sandra.tafner@gmail.com