Germanwings, una tragedia che tocca tutti da vicino
Una tragedia che tocca tutti da vicino
Si dice spesso - ed è forse egoista, ma profondamente umano - che le tragedie, dalle più intime a quelle più vaste che colpiscono tutti, ci toccano davvero solo quando coinvolgono qualcuno a noi caro, o comunque vicino. Eppure, il dramma del volo Germanwings racconta una storia diversa. Nonostante difficilmente qualcuno di noi, italiano, trentino, potesse conoscere qualcuno delle 150 vittime, l'effetto che la tragedia dello schianto sulle Alpi francesi ha avuto pressoché su tutti quanti è stato fortissimo.
E non si tratta solo degli interrogativi su che cosa sia realmente accaduto, ma di qualcosa di molto più diverso e, se vogliamo, nuovo. Le domande, gli interrogativi, la semplice curiosità - forse triste ma, anche questa, umana - sono quelle che sono sorte anche dopo le, purtroppo, numerose sciagure aeree degli ultimi tempi, a cominciare dalla misteriosa sparizione del volo Malaysia tra Kuala Lumpur e la Cina e continuando con l'abbattimento dell'altro volo della stessa compagnia, quello tra Amsterdam e la capitale malese.
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Qui è diverso e lo è semplicemente perché la tragedia - per la prima volta, se si esclude l'episodio del volo Spanair tra Madrid e le Canarie, schiantatosi in fase di decollo nel 2008 - ha colpito il cuore di quello che è diventato un mezzo di trasporto comune per gran parte di tutti noi. Su una rotta consueta, nel cuore del continente, e coinvolgendo una compagnia low cost, ma con alle spalle un colosso - di fatturato e soprattutto di affidabilità - come Lufthansa: there's no better way to fly, il loro motto. Non c'è modo migliore di volare e in molti lo potrebbero confermare. Un mezzo di trasporto comune, pressochè quotidiano, economico.
I numeri non mentono mai: nel 1993 gli aeroporti italiani avevano registrato passaggi di poco più di 50 milioni di passeggeri. L'anno scorso i milioni sono stati 150. E solo considerando gli scali più vicini a noi (Verona, Bergamo, Venezia e Bologna) si parla di quasi 30 milioni (28,6) di passeggeri in transito. Quello nell'immagine che propongo è lo spazio aereo sopra parte dell'Europa poco fa, per rendere l'idea.
E poco importa se negli anni i progressi per quel che riguarda la sicurezza siano stati impressionanti (negli anni Settanta si viaggiava su medie tra le 1.500 e le 2.000 vittime l'anno), perché - appunto - oggi si viaggia molto di più di allora ed anche un solo atterraggio d'emergenza impressiona e lascia molto più il segno.
Per questo, dunque, la tragedia del Barcellona - Düsseldorf ci ha toccato quasi come un dramma giunto a colpire i nostri affetti. Perché sono pochi ormai i genitori, figli, nonni, amici, colleghi che di tanto in tanto, anzi spesso (per lavoro, per piacere, per studio), non abbiano loro cari in volo, soprattutto nei cieli d'Europa, ed il dolore delle famiglie delle vittime cadute in Francia e la loro angoscia sono molto più empaticamente condivisibili di quanto lo sarebbero state solo un paio di decenni fa.
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