Via Manzoni: che si fa? (#2)
Occupazione dell'ex asilo
Il mio ultimo pezzo ha avuto un certo numero di commenti, soprattutto su Facebook. Il bello dei social è che ognuno, più o meno direttamente, può esprimere la propria idea. Leggendo i diversi post, più o meno “carini” nella forma e nel contenuto, ho deciso di tornare ad affrontare lo stesso tema, ma in maniera differente e cercando di approfondire il mio punto di vista. Ma andiamo per gradi.
Per iniziare, mi preme dire che la mia visione prescinde da qualsiasi orientamento politico: che siano gli anarchici, i fascisti, il centro destra, i democristiani, i comunisti, i qualunquisti, ciò che io condanno è l’azione di occupazione abusiva. Mi spiace leggere commenti del tipo: “non permetterti di confrontare un reato come quello di apologia al fascismo con quello di occupazione”. Lungi da me una cosa del genere. Qua si sta parlando del reato di occupazione che, si spera, sia condannato da tutti.
In secondo luogo, non mi interessa sapere cosa avviene dentro quelle mura. Ciò che è illegale è, lo ribadisco, l’atto di occupazione. Non penso che occupare uno stabile in maniera abusiva, sfruttando utenze (che ora si usi un generatore o meno, ci sono delle foto che dimostrano l’allacciamento alla rete comunale) e spazi pubblici (e non pubblici nel senso in cui ognuno può farne l’uso che ne crede) sia il modo migliore per ridare vita ad una struttura in disuso.
Se veramente si vogliono trovare delle soluzioni al problema degli edifici e del patrimonio comunale abbandonato, ciò si può fare nel rispetto delle regole. Un esempio? Perché non riprendere in mano quegli edifici, ristrutturarli (per quel poco che c’è da fare in alcuni casi) e creare degli spazi da destinare ad associazioni non a scopo di lucro per lo svolgimento delle loro attività, magari concedendo l’affitto a prezzi agevolati? Perché non costruire dei centri di aggregazione, delle sale musicali, nuove sale studio per gli universitari e i liceali di Trento? Perché non creare degli uffici da destinare ai giovani imprenditori che vogliono creare una nuova attività? Penso sia chiaro che per ridare vita ad un edifico del genere, l’occupazione non sia la via più corretta da seguire. Ci sono associazioni che si perdono nei meandri della burocrazia e dell’attesa per poter avere uno spazio dove svolgere le proprie attività o i propri eventi e che pagano fior di tasse e di permessi ogni volta: se io fossi un rappresentante di una di queste e vedessi un gruppo che occupa uno stabile per oltre un mese e rimane impunito, beh non ne sarei troppo felice e mi sentirei (giustamente) preso in giro!
Si vuole quindi ridare vita alla città, proporre offerte culturali, riutilizzare gli spazi in disuso? Beh, esistono vie legali per farlo. Altrimenti mi permetto di lanciare un aperitivo in piazza Duomo, con musica live d’autore e spritz fatti in casa a 2 € venerdì prossimo, in barba a permessi e tasse da pagare… tanto è un luogo pubblico no? Vediamo se la polizia nel giro di qualche minuto non viene a sgomberare il tutto!
Il problema qua è l’impunità di un reato. Fine. E il problema collaterale è che spesso, vedi il caso recente del Cafè della Paix, esercizi di successo che fanno le cose in regola e che pagano fior di tasse sono costretti a chiudere per colpe spesso inesistenti. Ma la soluzione non è occupare e attivarsi in maniera illegale: la soluzione è proporre, consultarsi, discutere per trovare dei punti di incontro. La soluzione è agevolare chi la cultura e il divertimento li vuole fare e proporre al pubblico. La soluzione è snellire la burocrazia e sfruttare, come in questo caso, gli spazi che ci sono.
Utopia? Io non credo. Si tratta solo di attivarsi, sia a livello politico che civile. Chi difende l’Assillo come portatore di cultura ha ragione solo in parte: assemblee, concerti e altre attività sono culturali sì, ma la cultura dell’impunità e del non rispetto di alcune regole base del vivere comune a me non vanno giù.
A voi i commenti.