Alla scoperta della Groenlandia

Alla scoperta della Groenlandia

di Montura Iceberg Challenge

In questi giorni ci siamo presentati, uno ad uno, ma non siete curiosi di sapere qualcosa di più sulla nostra destinazione? Malgrado il crescente interesse internazionale per l’Artico, la Groenlandia rimane uno dei luoghi più remoti e meno conosciuti del pianeta. Con suoi due milioni di chilometri quadrati, è considerata l’isola più grande del mondo. Gli abitanti sono appena 57.000, di cui circa 16.000 nella capitale Nuuk, e il resto sparso in piccoli villaggi assai distanti tra di loro. In rapporto alla popolazione, la Groenlandia ha un numero rilevante di aeroporti di grandi e medie dimensioni, retaggio del suo ruolo strategico e di transito nelle passate guerre calde e fredde. Di fatto, però, mancano le strade al di fuori degli abitati e il traffico locale, come quello turistico, dipende da imbarcazioni, elicotteri e piccoli aerei (poi vi manderemo le foto da questi mezzi).
 Visitare la Groenlandia è complicato, e soprattutto d’inverno, una vera e propria scommessa: a causa del cattivo tempo, i voli possono subire giorni e giorni di ritardo. Pur non essendo affatto il luogo più freddo del mondo – le temperature invernali nella zona sud oscillano tra i -20 e i – 4°C – si trova proprio sul percorso delle tempeste nord-atlantiche. Noi abbiamo scelto il mese di giugno per questioni ambientali, essendo alla ricerca di iceberg, che si sciolgono solo ora.


Dal punto di visto politico, questa terra appartiene alla Danimarca dal 1814. Durante la seconda guerra mondiale i danesi si riappropriarono della Groenlandia (occupata dalle forze americane) e, nel 1953, ne modificarono lo status da colonia a provincia amministrativa del regno danese, che proprio oggi, il 5 giugno, festeggia il giorno della Costituzione. Questa scelta ha garantito un’amministrazione moderna e un welfare elevato, accompagnandosi tuttavia a una campagna per imporre la lingua e la cultura danese, e inurbare la popolazione nomade. Per reazione, i sentimenti nazionali dei groenlandesi si sono rafforzati, mentre un ulteriore pomo della discordia si è profilato nel 1973, con l’adesione della Danimarca alla UE: la Groenlandia vedeva Bruxelles come una minaccia a causa delle sue politiche restrittive sulla pesca e del divieto di commerciare derivati della foca. Nel 1979, la Danimarca concesse un primo importante riconoscimento alla Groenlandia quale entità separata con la Legge sull’Autonomia, trasferendo il potere al governo e al piccolo parlamento di Nuuk, ma mantenendo a Copenaghen il controllo delle risorse naturali, la politica estera e la difesa.
Nel 1983, la popolazione groenlandese votò per abbandonare l’Unione Europea. Successivamente un referendum del 2008 confermò l’aspirazione a una maggiore autonomia e, il 21 giugno, 2009, la Groenlandia ottenne lo status definitivo di etnia separata. Attualmente, il governo locale controlla le risorse naturali, il servizio di polizia e la giustizia, mentre Copenaghen mantiene le competenze su difesa e affari esteri.


Se la Groenlandia riuscisse ad aumentare le sue entrate dirette grazie ai minerali presenti, il contributo danese si ridurrebbe secondo una formula concordata nel 2009, magari al punto di diventare del tutto superfluo. Se queste prospettive danno vigore ai sogni indipendentisti della Groenlandia, esiste anche un elemento propulsore di tipo più politico. Con il crescere dell’interesse internazionale per l’artico, la posizione geografica della Groenlandia e le sue risorse pressoché intatte stanno attirando l’attenzione politica ed economica delle grandi potenze, trasformandola in un’interessante terra di conquista. E gli inuit, le popolazioni che abitano queste terre da secoli, cosa ne pensano? Noi nel nostro piccolo siamo molto curiosi da capire qualcosa di più anche su questo aspetto durante il viaggio che intraprenderemo fra pochi giorni.

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