I trucchetti consueti e la mobilità alternativa

I trucchetti consueti e la mobilità alternativa

di Eliseo Antonini

Al padiglione «3» della più importante fiera (66ª edizione) biennale dell’automobile mondiale che si è appena conclusa a Francoforte, erano in bella mostra, tra moltissime altre, le «creature» della Volkswagen. Erano almeno 50 i modelli VW in mostra nella in cui sono presenti anche altre marche, Porsche, Seat, Bugatti e Lamborghini. Ci sono grandi e lunghi pannelli sinuosi dove scorrono immagini di macchine VW in azione accompagnati da musica. Per contorno la natura incontaminata, infiniti cieli blu, alberi verdi svettanti, nuvole bianche e aria tersa. Al centro le macchine prestanti, eleganti e ormai connesse alla rete: sanno dove andare e sanno anche come tornare. Il viaggiare oggi dove sottostare anche alla legge del piacere, che nella Share_Economy va appunto condiviso. In ogni padiglione, tra le quattroruote, ogni modello ha una persona ed esso dedicata fornito di detersivo spray e straccetto e che costantemente ripulisce le impronte digitali lasciate dai curiosi visitatori.

Tutto è luccicante e attraente, anche costoso e a prima vista innovativo. Ma qualcosa manca, oltre al dimissionario capo Martin dr. Winterkorn. Mancano risposte alle molte domande dopo lo scandalo dei trucchi al software per «abbellire» le emissioni. Ma non sapevano davvero i tecnici e i manager della VW a cosa andavano incontro in America facendo simili trucchetti?

Le autorità americane(EPA, Environmental Protection Agency) hanno ora stappato la bottiglia. La battaglia giuridica e politica si preannuncia dura e lunga. Secondo la legge americata sulla qualità dell’aria (Clean Air Act) le autorità possono impartire una multa sino a 37.500 dollari per ogni macchina che se ne richiede il ritiro. In USA le macchine delle VW che potrebbero essere richiamate sono 480.000 e quindi la somma si aggirerebbe sui 18 miliardi di dollari.

In passato altre compagnie automobilitiche hanno pagato multe salate per non aver rispettato le norme negli USA: Toyota, 1,2 miliardi di dollari e General Motors ha pagato 35 milioni di dollari. In altri ambiti EPA (Water Clean Act) ha multato la BP e le aziende associate per un valore di 5,5 miliardi di dollari per il disastro ambientale causato nel golfo del Messico in seguito allo scoppio della piattaforma «Deepwater» e alla dispersione in mare di ingenti quantità di petrolio grezzo. Allo stesso tempo però BP ha investito 55 miliardi di dollari per risarcire i danni e per evitare cause civili e penali. Il nuovo successore in casa VW è già al lavoro e si cerca un nuovo inizio e prima di tutto probabilmente una positiva collaborazione con le autorità americane.

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Il padiglione 3 è affollato di gente sin dalle prime ore della mattina, nel primo pomeriggio aumentano persino e camminare diventa sempre più difficile e è quasi impossibile accedere ai pannelli informativi dei modelli. Inutile provare ad entrare nell’abitacolo, i tempi sono troppo lunghi. La curiosità maniacale dei visitatori va dal cruscotto /cockpit!) e sedili, al vano motore sino al bagagliaio. Anche la ruota di scorta ha le sue attenzioni.

Al piano superiore (3.1) c’è la sezione «New Mobility World». Il padiglione è dedicato a tutta la mobilità alternativa (auto, bici etc.) e specialmente elettrica. Regna la calma. Pochi i visitatori, le sale convegni e seminari sono poco visitate. Sedie colorate, ma vuote, grandi schermi ad alta definizione, ma pochi occhi ed orecchi ad ascoltare le presentazioni. Un seminario sulla «Mobilità urbana 2030» porta alcuni numeri significativi. Si pensa per esempio di trasformare i parcheggi auto diurni in magazzini notturni per il rifornimento dei prodotti cittadini. Le aziende della logistica stanno cercando di entrare il meno possibile nelle città congestionate.

Gli ordinativi online dei privati (es. vestiti, medicinali, libri, oggetti usati) mostrano numeri di crescita notevoli. Questo genera traffico e quindi congestione. I pacchi sono spesso piccoli e margini del trasporto sono sempre inferiori. Si metta in conto che circa il 28% della merce ordinata viene poi rispedita al mittente. Altro traffico. Nel caso degli articoli di abbigliamenti questa percentuale sale al 50%. Si ordinano 4 paia di scarpe e due tornano al mittente. La popolazione che vive nelle città in Europa aummenta e così le merci che entrano e che escono. Il trend è in crescita. Traffico e ancora traffico. In Europa il trasporto contribuisce per un 20% alle emissioni di anidride carbonica (CO2) e nel 2009 la EU ha introdotto un regolamento che prevede di ridurre entro il 2015 il livello di emissione medio a 130 gr/km. Da questo punto di vista il target, almeno sulla carta, è già stato raggiunto. Ma anche qui possono esserci discrepanze e la realtà quindi potrebbe essere assai diversa.

Da una parte quindi si potrebbe pensare che questo «trucchetto» (manipolazione del software) avrà di sicuro un effetto positivo sullo sviluppo e quale nuovo impulso per una mobilità alternativa. Insomma via dal diesel e si passa all’elettrico, ad un maggior uso del metano, del biometano e anche delle forme ibride. A ben vedere però dal numero dei visitatori del comparto mobilità alternativa sembra che il messaggio non sia passato. Le compagnie in parte creano la domanda e in parte la inseguono.

Emissioni reali e emissioni in laboratorio
Sulle emissioni reali (NOx) delle automobili cosidette «Blue-DIESEL» è però facile trovare letteratura in cui si vede la discrepazna tra i valori dei test e quelli che derivano delle misure fatte in situazioni reali. Il concilio internazionale del trasporto pulito (ICCT, Pocketbook 2014) ha da poco rilasciato una pubblicazione in cui si può vedere questo rappresentazione della situazione.

FIGURA 1 - I limiti e le emissioni reali delle auto alimentate a diesel (da Euro 3 a 6) di composti azotati espresse in grammi per chilometro.

NOTA: La nuvola grigia sono le emissioni reali. La nuvola tratteggiata (es. Euro 6) sono i limiti di legge di 80 mg/km = 0,08 gr/km.

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A marzo scorso l’ufficio regionale per l’ambiente (LUBW) del Land Baden-Württemberg in collaborazione con quello di Monaco (Baviera) ha pubblicato un rapporto di ricerca scientifico per valutare le reali emissioni delle automobili in condizioni ordinarie. Hanno impiegato un «PEMS, Portable Emission Measurement System» ovvero una stazione di misura mobile delle emissioni applicata alla macchina; è come un supporto per portare le biclette. Tre diversi modelli (non solo VW) sono stati testati in percorsi cittadini (Monaco e Stoccarda) e extra-cittadini. In condizioni di salita, discesa, con diverse accelerazioni, tempi di sosta diversi, quota e altri parametri; tutti parametri che sono stati minuziosamente misurati e poi valutati. Le tre macchine hanno percorso nel complesso circa 2.890 km in 90 diversi e distinti percorsi.

Ecco in questa tabella (1) i risultati delle prove fatte per i tre veicoli:

ModelliEm. NOx medie, percor. cittadino (mg/km)Em. NOxmedie, percor. extra-urb. (mg/km)Em. NOxmedie, inf. a 35 km/hLimiti di emissioni NOx
MODELLO A234,1 - 512,9221,2 - 354,3345,880
MODELLO B129,8 - 659,6133,6 - 227,4339,180
MODELLO C348,0 - 676,5288,2 - 618,3420,380



I risultati delle prove in campo sono chiari: le emissioni di composti azotati superano gli attuali limiti di legge.

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