Attentati di Parigi, no alla trappola dell'odio
Attentati di Parigi, no alla trappola dell'odio
Ho deciso di riprendere a scrivere sul blog oggi, qualche giorno dopo la terribile vicenda di Parigi. Non voglio fare resoconti di cosa è successo, ma solo riflettere su due immagini.
La prima è questa: Not in my name.
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Può essere difficile, è vero. Ma non bisogna commettere l’errore di confondere i terroristi, i fondamentalisti, gli estremisti, con chi professa la religione islamica. Non va dato ascolto a politici e giornalisti da quattro soldi che sfruttano qualsiasi occasione per ottenere voti o aumentare le copie vendute di un giornale già in crisi.
Cadere nel circolo vizioso dell’odio, come la storia insegna, non risolve nulla.
Ciò che è successo è ingiustificabile e soprattutto non è una cosa che può essere fatta in nome di un dio o di una religione: chi opera questi attacchi è un fanatico, un pazzo, non un normale credente.
La seconda è un’immagine di speranza e solidarietà.
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Ieri in Bocconi abbiamo osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Parigi, cantando poi tutti assieme Imagine di John Lennon al lancio di palloncini blu, bianchi e rossi. Come da noi, in tutti i luoghi del mondo ci sono state manifestazioni a sostegno del popolo francese e di condanna nei confronti di questo atto di estrema inciviltà e violenza.
In un momento storico come questo, la solidarietà e l’unità a livello soprattutto europeo sono due armi forti e a dir poco fondamentali.
È sulle note proprio di Imagine che voglio chiudere questo mio breve intervento… “Imagine all the people, living life in peace”.
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