Emissioni dalla combustione del legno - 2

Emissioni dalla combustione del legno - 2

di Eliseo Antonini

In questo post commento i recentissimi dati (riferiti al 2013) dell’Inventario per il Trentino delle emissioni in atmosfera. L’Agenzia della Provincia di Trento per la Protezione dell’Ambiente (APPA) ha, infatti, pubblicato (28.12.2015) i due inventari definitivi riguardanti agli anni 2010 e 2013.

Partiamo con i dati riferiti al 2013, rappresentato nel grafico 1.

Grafico 1 – Emissioni (2013) in atmosfera dalla combustione della legna e similari in Trentino (APPA)

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Come si vede, il contributo della legna e similari alle emissioni di polveri sottili (PM10 e PM2,5) è molto significativo ed è addirittura aumentato rispetto all’inventario precedente del 2010. In sintesi più dell’80-85% delle polveri sottili in Trentino sono causate dalla combustione in apparecchi domestici della legna e similari. Qui i due (12 ) post scritti in precedenza sullo stesso tema.

Grafico 2 - Le variazioni dei vari parametri rispetto all’inventario 2010

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Tutti i parametri sono in aumento. Si registra solo una leggera diminuzione della SO2.

Se si leggono però le conclusioni (Inventario 2013), all’ultima riga (p. 85) è scritto questo: «L’altro tema sempre aperto è quello della combustione domestica della legna, per il quale l’incertezza dei dati sui consumi può portare a variazioni delle stime di emissioni complessivamente rilevanti a livello provinciale».

Siamo quindi in un settore deve l’incertezza è abbastanza rilevante e quindi le informazioni possono essere anche non del tutto attinenti alla realtà.

ALCUNI COMMENTI AI DATI DELL’INVENTARIO

Il rapporto 2013 parte dal consumo stimato di legna e similari in Trentino (p. 126) di 444.990 tonnellate. Qui è da intendersi, a mio parere - ma non ne sono certo - e considerato l’elenco degli apparecchi, come la somma di consumo di legna da ardere, cippato, pellet e forse anche di briquettes.

Rispetto al 2010 la quantità è cresciuta del 2,3% che era pari a 434.831 tonnellate. (NOTA: nella versione 2010 provvisoria si parlava di 295.082 tonnellate consumate. Una grossa variazione tra la versione provvisoria e quelle definitiva!).

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NOTA BENE: le colonne azzurre sono miei calcoli. Le altre sono dell’Inventario APPA 2013.
NOTA: Se bruciate una tonnellata di legna secca (25% di contenuto idrico) l’energia primaria che essa contiene è di circa 13 GJ che equivalgono a circa 3,6 MWh termici.

Si dovrebbe tenere in considerazione che, per il mercato della legna da ardere in Trentino – il più grande tra i combustibili legnosi - si possono distinguere due grandi tipologie di consumatori:

  1. Grande consumatore termico: consuma 3-6 tonnellate all’anno di sola legna da ardere ed è il gruppo prevalente sul quale ritagliare le «politiche»;
  2. Consumatore occasionale estetico: consuma 0,5-1 tonnellata all’anno di legna da ardere.

La prima tipologia di consumo è rivolto essenzialmente alla produzione del calore per il proprio edificio, a costi bassi (si fa la legna da solo, «le part» negli usi civici di legnatico nel proprio comune), e usa l’apparecchio in modo spesso efficiente. Il secondo modo d’uso ha uno scopo più «estetico», legato a certi momenti dell’anno e/o occasioni di festa e non fa molta attenzione alle emissioni o all’efficienza dell’apparecchio.

PRIMA CRITICITÀ

Si ipotizza quindi (5° colonna) che il consumo delle famiglie sia identico, ovvero 1,93 tonnellate all’anno. Aumentano le famiglie e aumenta in modo lineare (?) il consumo.
Se si stima, analizzando il mercato, il consumo di biomassa legnosa in un dato territorio e poi lo si divide per il numero di famiglie si ottiene il consumo pro-nucleo famigliare. Non sono sicuro che a partire del numero di famiglie con un consumo medio di combustibili legnosi si possa dedurre con attinenza alla realtà il consumo di biomassa in una data area geografica. Primo aspetto che io ritengo critico.
Personalmente faccio una rapida conta delle famiglie trentine che conosco (non moltissime e non statisticamente rilevanti) e mi risulta che alcune siano, negli anni recenti, passate dalla legna usata nella stufa tradizionale (3,5 tonnellate di legna) al pellet (1,5 tonnellate all’anno) con una forte riduzione dei consumi e anche quindi delle emissioni (nuove tecnologie e nuovo combustibile).

SECONDA CRITICITÀ

Il valore energetico utilizzato per la legna e similari è sempre identico (13,01 GJ/) sebbene la categoria legna sia ampia e contenga diverse tipologie ed è inoltre utilizzata in apparecchi diversi.
Il valore di 13,01 GJ/t corrisponde a un contenuto idrico del combustibile legnoso del 26%, che vuol dire legna molto secca, cosa che non è proprio realistico.
In Trentino, come nel resto d’Italia, la legna da ardere usata nei caminetti e nelle stufe possiamo affermare che abbia un contenuto idrico medio (M) del 35% che in termini di contenuto energetico vuol dire 11,2 GJ/tonnellata. Il valore 13,01 non potrebbe andar bene neanche per il cippato che per mia esperienza è impiegato nelle moderne caldaie con un contenuto idrico medio del 40%. Tale valore (13,01 Gj/t) non va bene a mio parere per l’uso del pellet e per le briquettes (combustibile usato ma non monitorato in Trentino) che hanno in media un contenuto idrico dell’ 8-10% che vuol dire un contenuto energetico di circa 17 GJ/tonnellata.

TERZA CRITICITÀ

Poiché i fattori di emissione (FE) si riferiscono al contenuto energetico (grammi di polveri ogni GJ), tanto è maggiore il valore di GJ calcolati, tanto maggiori sono le emissioni di polveri. Inoltre si potrebbero penalizzare, probabilmente, le categorie di apparecchi a maggiore fattore di emissione a cui è assegnato un maggior consumo di combustibile (stufa tradizionale a legna).

Esempio di calcolo con differenziazione dei contenuti energetici

Questa sotto è la tabella a pagina 126 dell’Inventario delle emissioni del 2013

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Ho fatto un semplice e rapido calcolo della medesima tabella differenziando il valore energetico (GJ/t) dei combustibili usati nei vari apparecchi elencati mantenendo invariata la quantità assegnata (da Inventario PAT) di combustibile alle cinque diverse categorie di apparecchi.

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Quindi, anziché 5.789.316 GJ totali, con questo calcolo il valore complessivo energetico è di 5.119.741 GJ. Questi apparecchi hanno poi anche differenti fattori di emissione ed essi sono cambianti, tutti al rialzo, dal inventario precedente al successivo.

Applicando i medesimi e differenziati per apparecchio fattori di emissione (FE), come riportato in tabella 53 a pagina 165 dell’inventario 2010, si può ottenere un valore diverso e inferiore di circa il 15% rispetto all’inventario del 2013.

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In conclusione, rimane comunque non trascurabile il contributo della legna e i suoi derivati alle emissioni di polveri sottili in atmosfera e pertanto ogni azione (accensione dell’alto) o politiche (incentivi per apparecchi più efficienti) per limitarle è di certo buona cosa. Gli apparecchi a legna, se usati bene, con combustibile legnoso secco e soprattutto senza l’uso di altri materiali (cartoni, carta e altre cose nocive), potrebbero essere molto meno impattanti. Sarebbe altresì molto interessante che nel prossimo inventario trentino delle emissioni in atmosfera ci fossero anche delle considerazioni ragionate, con dati e cifre, sulle ricadute - distinte per i vari inquinanti - sulla salute della popolazione trentina.


PS: A proposito di incentivi in questo settore in un prossimo post cercherò di capire, con dati alla mano, come sono stati spesi i molti soldi del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR, 2007-2013) per sostituire i vecchi apparecchi con dei nuovi per convertire in energia termica i combustibili legnosi in modo più efficiente.

 

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