E così si chiude anche questo febbraio «monco»
Febbraio è un mese strano per gli sport invernali. Ogni quattro anni, ecco la stagione senza Mondiali ed Olimpiadi di sci alpino e nordico, proprio come questo.
Non ce ne vorrà nessuno, ma l'assenza si sente, eccome. Sia chiaro, gli appuntamenti non mancano, anzi. Ma il vuoto lasciato da un evento "diverso" dalla carissima Coppa del Mondo è pesante, diciamo che non permette all'inverno di cambiare marcia.
Un febbraio per certi versi "monco", utilizzando un'espressione forte, sicuramente esagerata. E guarda caso capita proprio negli anni in cui febbraio dura quel tantino di più del solito: è proprio vero che i guai non vengono mai da soli. Naturalmente si scherza: febbraio resta in assoluto il miglior mese dell'anno, in fondo, per dirla alla Guccini, "in un tuo giorno ci sono nato io".
Ora però si avvicina il momento di voltare pagina al calendario e guarda caso ecco che all'orizzonte arriva l'atmosfera di un Mondiale, quello di biathlon. Oltrettutto sulla spettacolare collina di Holmenkollen, ad Oslo. Cosa volere di più? Nei prossimi giorni entreremo nel merito effettivo della kermesse iridata di Dorothea Wierer e compagni e terremo d'occhio il Tour del Canada di fondo che scatterà domani, ma oggi è meglio dare uno sguardo indietro a quello che hanno proposto queste quattro settimane di febbraio. Anche senza mondiali.
Sci Alpino
Si è andati in Oriente, Marcel Hirscher ha provato a crearsi qualche difficoltà nel cammino verso la quinta Coppa del Mondo consecutiva ma pur impegnandosi non è riuscito a complicarsi troppo la vita e così nel fine settimana appena trascorso ha deciso di chiudere definitivamente i giochi: tre podi (gigante e superG, neve dura e neve molla non importa) e tanti saluti. Pare che ieri, lasciando il parterre di Hinterstoder, abbia chiesto a mamma Sylvia (di natali olandesi) di dare una spolveratina alle altre quattro coppone e di far spazio sulla credenza per la quinta. Nessuno è mai arrivato a tanto.
Ah, queste ultime due settimane hanno fatto anche vedere cosa potrebbe fare Alexis Pinturault: speriamo che il francese possa stabilizzarsi su questi standard, perchè l'anno prossimo ci sarebbe davvero da divertirsi con lui, Hirscher e quel fenomeno di Henrik Kristoffersen che, non dimentichiamolo, deve ancora compiere 22 anni.
Ok, Hirscher ha completato il proprio cammino verso il record storico delle cinque Coppone: il più grande in assoluto non esiste, ma diciamo che nel gotha dello sci un posto particolarmente rilevante appartiene proprio al campionissimo di Annaberg. Chapeau.
Resta invece da vedere chi ci sarà con lui a festeggiare la Coppa del Mondo assoluta. Verrebbe da dire Lara Gut, perchè pensare che nonostante la frattura al piatto tibiale, Lindsey Vonn possa proseguire - oltretutto vincendo - è quanto meno azzardato. Ma una stagione iniziata male non poteva che finire peggio: tralasciando l'anno sabbatico (per ritardare il ritiro?) di Tina Maze, ad ottobre la prima ad alzare bandiera bianca era stata Anna Fenninger, poi a dicembre è toccato a Mikaela Shiffrin tornarsene negli Usa per leccarsi le ferite, sabato in una gara che per me non doveva neanche iniziare (anche se è stato un trionfo azzurro) ecco Lindsey Vonn costretta a rivivere l'incubo di Schladming 2013, uscendo malconcia dalla caduta in superG. Ieri in supercombinata ci ha provato, ha fatto il miglior tempo in superG ed è riuscita anche a rosicchiare altri punti alla Gut, ma immaginarla ancora al via ed in grado di difendere la trentina di punti di vantaggio è onestamente difficile.
Restando al femminile, questo febbraio ha proposto due vittorie azzurre, quella di Federica Brignone proprio nell'assurdo superG di Soldeu (cortissimo, ritardato di ore, condizioni meteo difficili: ma perchè?) e soprattutto il ritorno al successo di Nadia Fanchini a La Thuille. Brava Nadia, da commozione: un talento come il suo meritava una fortuna diversa, una considerazione maggiore dalla Dea Bendata. Allora sì che poteva essere tra le più grandi italiane della storia. Sulla soglia dei trent'anni continua a lottare e stringere i denti, regalandosi - quando il fisico glielo consente - lampi di classe assoluta.
Nella stessa giornata del trionfo di Nadia, è tornato al successo anche Domme Paris, al di là del confine, sempre in territorio sabaudo, a Chamonix per la seconda doppietta azzurra stagionale dopo quella firmata da Doro Wierer e Domi Windisch a Canmore.
Ma tra i protagonisti di questo febbraio c'è anche Sabo Gross che ha ingoiato come la peggior pillola il City Event di Stoccolma per regalare il primo podio all'Italia in questa disciplina, tanto spettacolare quanto incoerente: vale come uno slalom ma non è uno slalom, è pericolosa ma (quasi) nessuno dice niente, inoltre spesso viene disputata in contesti poco affascinanti, ma non è il caso di Stoccolma, anzi.
Gross terzo, sconfitto solo dall'indemoniato Hirscher: bene così. Ed ora l'augurio è che domenica, a Kranjska Gora, possa esserci il ghiaccio vero. E' difficile, ma Sabo se lo meriterebbe. Così come Luca De Aliprandini, tornato a ruggire con il miglior tempo nella seconda manche del gigante di venerdì: bentoranto Finferlo. Ora vediamo di crescere sempre più.
Sci di Fondo
Lo poche vittorie non norvegesi di questa stagione non sono riuscite a far palpitare più di tanto il cuore degli appassionati. Anzi, il dominio incontrastato dei cannibali Johaug e Sundby ha rischiato di svilire anche il gusto della mitica gara di Holmenkollen. A proposito, ma perchè - almeno quella - non la si mantiene con partenze individuali????
Pochi sussulti, insomma: Francesco De Fabiani è tornato sul podio, per la prima volta in tecnica libera ma sopratutto Federico Pellegrino - pur senza vincere - si è portato ad un passo dalla Coppetta di specialità delle sprint e domani sera, nella tappa di apertura del Tour del Canada, potrà festeggiare il trionfo, unico non norvegese a portare a casa qualcosa di importante in questo inverno davvero Norge.
Dai, allora sotto con questo Tour per rivitalizzare l'ambiente: in fondo il Canada è stato spesso amico dei fondisti azzurri, no?
E poi, sussurriamolo quaggiù... avete visto cosa ha combinato Giacomo Gabrielli, ventenne cavalesano? Un bronzo nella sprint dei mondiali juniores, proprio come Pellegrino sei anni fa. Basta, non andiamo oltre.... anche per scaramanzia.
Salto e Combinata Nordica
Proprio in chiusura di febbraio, ecco il sigillo alla stagione con tanto di incoronazione dei due fenomeni Peter Prevc ed Eric Frenzel. Ragazzi, giù il cappello di fronte a cotanto splendore. Entrambi puntano senza mezzi termini a diventare leggende dello sport, entrambi ieri hanno potuto festeggiare la Coppa del Mondo, la quarta per il combinatista tedesco, "solo" la seconda per il ventitreenne sloveno che sta sgretolando la concorrenza con un ritmo di successi e podi da far paura.
In casa Italia, il settore salto è praticamente fermo ai box per un'annata davvero difficile, iniziata con i guai di materiali di Bresadola e proseguita con pochi sussulti, se non la consapevolezza di avere a disposizione un potenziale interessante con Alex Insam per il futuro. Almeno a rendere meno amara la situazione si è rifatta viva Elena Runggaldier, magari non vincente, ma comunque competitiva per l'intero inverno.
Sul fronte della combinata, Ale Pittin si è involuto talmente tanto da auto-sospendersi dalle gare, non trovando il bandolo della matassa sul trampolino con il proprio staff personale. Di contro il gruppo condotto da Paolo Bernardi ha raccolto qualcosa di importante, ha visto crescere bene Samuel Costa ma allo stesso tempo faticare gli altri nel salto: quel mese senza gare tra dicembre e gennaio ha davvero sciolto tutte le certezze.
Costa, si diceva: di certo è il nostro combinatista più equilibrato (con il giovane Buzzi che sta imparando) e nel fine settimana di Fiemme poteva togliersi qualche bella soddisfazione se non fosse stato per la caduta di venerdì, al termine di un salto lunghissimo (142 metri) e proprio per quello difficile da tenere. Peccato, peccato davvero. Ma l'anno prossimo - in attesa di Pittin - si potrà ripartire da lui. Paolo Bernardi può e deve lavorarci su in tutta tranquillità, perchè non ha senso dargli addosso in questo momento: quanto fatto in passato deve bastare per completare il proprio progetto.
Biathlon
Infine, sci e carabina: febbraio è stato mese tranquillo, con la tappa di Presque Isle a completare il tour nordamericano dopo l'abbuffata azzurra di Canmore. Ma il meglio deve ancora venire e da giovedì, spazio ai Mondiali di Oslo.
Ci torneremo su.
Ecco, abbiamo salutato a dovere questo febbraio. Ed ora che è pure arrivata neve abbondante, gustiamoci il grande finale di stagione. Dal Canada ad Oslo fino alle Coppe del Mondo di alpino sulle Alpi.