Il patto dei sindaci in Trentino

Il Patto dei Sindaci in Trentino

di Eliseo Antonini

A leggere la pagina online di APRIE (Agenzia per le risorse Idriche e per l’Energia della Provincia di Trento) dedicata al Patto dei Sindaci trentini (pagina consultata il 14 marzo 2016) risulta che solo Rovereto e Isera abbiamo «effettivamente realizzato il Piano d’azione per l’energia sostenibile formalmente riconosciuto anche dalla Commissione europea (PAES)». Alcuni Comuni, si legge poco sopra, vi hanno formalmente aderito, ma si tratta comunque di 35 comuni. Molti altri hanno mostrato interesse.

Quindi, due soli comuni trentini su circa 200 hanno redatto un Piano di Azione. Un po’ poco per dire che sia un successo da andare a raccontare in qualche convegno come best practice. Alla Fiera di Rimini ECOMONDO (5 novembre 2015) una rappresentante di APRIE, l’architetto Chiara Benedetti, ha partecipato in effetti ad un convegno sul tema portando l’esperienza della provincia di Trento. Quali sono i numeri più recenti e sperabilmente più solidi rispetto alla non aggiornata pagina web di APRIE?

Sono solo 71 Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) che sono stati redatti, ma appena 45 sono stati approvati. Solo 45! Sono numeri questi per decretare un successo? Qual è la popolazione ricoperta dai PAES approvati? Non si dice. Quali sono le principali azioni a favore del clima che nei PAES sono contenute? Quali sono le società che in Trentino hanno redatto i piani? Non si evince della presentazione fatta a Rimini dalla funzionaria di APRIE.

Leggendo alcuni PAES però si possono notare alcune cose forse meritevoli di discussione. La prima, con premessa: il consumo elettrico in Trentino è clima neutrale. Non lo affermo io, lo dice chiaramente il Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP 2013-2020) della PAT.

Estratto: le emissioni di gas serra legati al consumo elettrico in Trentino

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(Estratto: PEAP 2013-2020, p. 23)

Quindi, nel calcolo delle emissioni da consumo elettrico a livello comunale in Trentino non dovrebbero esserci emissioni di gas serra. Il principale fornitore di energia elettrica in Trentino ha inoltre una mix energetico al 100% rinnovabile. È vero che si riferisce al 2013 e al 2014, ma era probabilmente così anche nei due anni precedenti quando sono stati redatti i PAES (2010-2012).

Alla dott.ssa G. Melica, referente della Commissione Europea della DG JRC-CCR di Ispra (Varese), ho chiesto un chiarimento su questa questione, e mi ha comunicato via e-mail: «Il Comune può anche scegliere di applicare il fattore di emissione regionale, ma non è obbligatorio. Nel caso del Trentino, in particolare, sconsigliamo questa scelta (fattore di emissione pari a 0 t/MWh): implicherebbe che qualunque intervento mirato a ridurre i consumi elettrici non abbia alcun impatto sul raggiungimento dell’obiettivo di riduzione. Paradossalmente, il Comune potrebbe scegliere di dare incentivi per installare scaldabagni elettrici e quest’azione sarebbe premiata nel conteggio delle emissioni».

Quindi, il Trentino, non deve dire che l’elettricità consumata sul suo territorio è neutrale da punto di vista delle emissioni clima-alteranti.

I PAES che ho letto invece considerano le emissioni serra legate al consumo elettrico. Questo peggiora nella sostanza il «conto climatico» dei Comuni che invece sarebbero più clima-virtuosi. Perché questo calcolo peggiorativo e svantaggioso? A tal proposito nella conferenza dopo l’accodo sul clima di Parigi, l’Assessore provinciale M. Gilmozzi affermò (Comunicato stampa PAT 3171 del 16/12/2015), con comprensibile fierezza, che la quota di rinnovabili in Trentino è del 40,3% contro la media nazionale che si attesta attorno al 14,3%. Questo vuol dire che c’è una «specificità trentina» rispetto all’Italia. Vuol anche dire che la quota di emissioni legate al consumo elettrico e anche termico in Trentino dovrebbe essere inferiore (e lo sono) rispetto all’Italia. Ora, questo aspetto viene, nel calcolo fatto da PAES, completamente trascurato perché si applica il fattore di emissione nazionale (in parte corretto) che è di molto superiore a quello locale dei Comuni specie per il consumo elettrico. Questa è, a mio parere, una contraddizione che danneggia molto i Comuni trentini. Ma allora che senso ha redigere un documento che non è, almeno in parte, rappresentativo della realtà locale? Si fa un calcolo che non è attinente alla realtà territoriale e su questo si tracciano le politiche di riduzione delle emissioni serra? Non è coerente, non è in linea con il principio del «Burden Sharing - Suddivisione degli impegni» e nemmeno valorizza la propria Autonomia!

A Folgaria la biomassa legnosa non è clima-neutrale

A proposito delle biomasse legnose, il PAES di Folgaria riporta quanto segue (pag. 39):

«Si è considerato quindi che il fattore di emissione per la biomassa sia 0,103 ton CO2/MWh, in quanto si può ipotizzare che gran parte di tale biomassa utilizzata derivi da legna cresciuta nei boschi di Folgaria e quindi ad emissioni nulle». Gli altri comuni hanno considerato la biomassa legnosa completamente CO2 neutrale, anche il pellet (Fiavè) che non è molto probabilmente di produzione comunale e forse nemmeno regionale.

Numeri non coerenti

Leggo poi, altro esempio, numeri, potremmo dire, messi a caso. Nei rispettivi PAES di Rovereto (circa 40.000 abitanti) e Brentonico (circa 4.000 abitanti) le emissioni di gas derivanti dal traffico civile e commerciale sono rispettivamente di 97 tonnellate e 9.480 tonnellate. La cosa è curiosa e bizzarra se si pensa che Rovereto ha almeno 10 volte gli abitanti di Brentonico e qualche commerciante in più! Si potrà dire: ma i due piani sono stati redatti da due diversi partner tecnici. No, i redattori del PAES sono per entrambi questi Comuni identici. Si tratta sempre di SINPROAMBIENTE srl, studio tecnico di ingegneria di Tombelle di Vigonovo in provincia di Venezia che ha redatto anche il PAES del Comune di Isera e molti altri (15) in Trentino (vedi infografica sotto).

Il consumo di legna a Mezzocorona

Nel Comune di Mezzocorona (p.38) il consumo di legna «registrato» nel 2007 nel settore residenziale era di circa 59 m3 (circa 35 tonnellate), quando invece le statistiche provinciali (ISPAT), nazionali (ISTAT) e anche di APPA ci dicono che il consumo pro-famiglia di legna da ardere è in media di circa 3,5 tonnellate per anno e di circa 1,3 tonnellate di pellet. Forse, è una mia stima, il numero delle famiglie a Mezzocorona è maggiore di 10 unità. Sono convinto, senza avere un dato alla mano, che ha Mezzocorona si consuma molta più legna, pellet e forse anche cippato.

Chi fa un controllo di coerenza delle informazioni contenute nei PAES prima di approvarlo?

E questa è un’ulteriore curiosatà: APRIE ha avviato dal 2013 un progetto di controllo della qualità dei PAES che queste piccole «disfunzioni-incoerenze» non le ha ancora rilevate, ma le ha approvate assieme al Centro di Ricerca Comune (JRC) della Commissione Europea di ISPRA e ai vari consigli comunali spesso all’unanimità.

Sono tre le società che hanno redatto i PAES in Provincia di Trento

Tra il 2011, 2012 e 2013 la provincia ha erogato contributi a fondo perduto per la redazione del piano. Ho chiesto qualche mese fa ad APRIE di avere l’elenco delle società e/o studi che hanno redatto il PAES già approvati in Trentino. Allo stesso tempo ho chiesto ad APRIE anche di sapere quanti soldi sono stati spesi per la redazione dei singoli piani. Si tratta, in fondo, di 45 piani, insomma un database non proprio difficile da organizzare e aggiornare. Ma non ho mai avuto una risposta in tal senso, benché si tratti di soldi pubblici.

Scorrendo i vari PAES ed estraendo i nominativi dei partner tecnici, il vero Patto con i Sindaci trentini l’ha «stretto» una società per azioni di ingegneria trentina, SWS Engineering S.p.A. che ha redatto 36 PAES su circa 72. Ecco comunque con maggior dettaglio, dopo un lavoro di estrazione su ogni PAES approvato, chi ha redatto i PAES in Provincia di Trento, in quali anni e per quali comuni. (fonte: pattodeisindaci.eu)

Schema 1 – Le società che hanno redatto i PAES, gli anni e il totale dei Piani realizzati

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Figura 2 – Mappa dei Comuni trentini e nome del/i partner tecnico/i che hanno redatto il PAES (64 su 72)

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Figura 3 – SWS Engineering SpA ha redatto i Piani per questi Comuni

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Figura 4 – SinproAmbiente srl e Quasar srl hanno redatto i Piani per questi Comuni

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Rimane da estrarre anche il dato sul «giro di affari» che il Patto dei Sindaci ha «generato» in Trentino. Non è facile, o meglio, non è sbrigativo andare nei bilanci dei singoli Comuni a trovare le parcelle bonificate ai vari partner tecnici. Ma, con un po’ di pazienza... si tratta in fondo, come detto, di ben pochi Comuni!

C’è infine un ultimo aspetto. Al fine di seguire l’andamento dell’attuazione del PAES, come scritto nel formulario di adesione, a due anni dalla presentazione del PAES, i Comuni devono sottoporre «una relazione di attuazione ai fini di valutazione, monitoraggio e verifica». Ad oggi (14 marzo 2016) il monitoraggio è stato avviato in tre comuni trentini:

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I dati di monitoraggio pubblicati sul sito del pattodeisindaci.eu sono assai generici e non è disponibile una relazione che renda conto nel dettaglio delle azioni effettivamente intraprese e dei risultati conseguiti.

E qundi, sebbene possa sembrare che i numeri del Patto dei Sindaci in Europa decretino un successo, a ben guardare in concreto nelle cose proposte dei PAES e che forse verranno portate a termine, l’entusiasmo si fa più incerto.

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