Da oggi, con alcune puntate domenicali, scandaglieremo gli aspetti più salienti della sua poliedrica figura: il periodo della formazione nell'ambiente trentino dell'epoca e dentro il radicalismo mazziniano del suo percorso di studi; le ricerche di antropogeografia; il ruolo come politico, giornalista, parlamentare; la fase dell'interventismo e la partecipazione alla guerra con la divisa italiana; per concludere con un focus sui miti e gli antimiti battistiani, l'uso della sua immagine da parte di Mussolini in funzione antitedesca e antitirolese nel nome di una italianità unica fino al Brennero, i monumenti, la lettura del personaggio che ne ha dato il mondo e la cultura sudtirolese.
Iniziamo oggi con un inquadramento storico curato da Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico, a cui va la particolare riconoscenza dell'«Adige», per la piena collaborazione avviata. E un grazie anche a Mirko Saltori, giovane e bravo ricercatore, appassionato di storia locale. Siamo certi che i lettori dell'«Adige» apprezzeranno questa nostra fatica. Solo conoscendo la storia, depurata dal mito e dall'uso politico, possiamo costruire un vivere civile comune, anche provenendo da culture e tradizioni politiche diverse. Anzi, è il passaggio necessario per arrivare ad una «purificazione della memoria», indispensabile per affrontare insieme il Trentino dell'Autonomia del Terzo Millennio.
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