Tutto l’arancione che c’è
L'arancione è evidentemente il colore della primavera. Arancioni sono le buste inviate dall'INPS in queste settimane, contenenti le simulazioni del trattamento previdenziale futuro di circa 8,5 milioni di contribuenti. Ne parleremo nel post della prossima settimana. Arancione è anche la coreografia del Festival dell'Economia di Trento, simbolo - insieme allo scoiattolo - di un evento che da più di dieci anni anima la prima settimana di giugno della città di Trento. Tito Boeri è il punto di contatto di questa singolare assonanza cromatica. Presidente "movimentista" dell'Inps, promotore di maggiore trasparenza dentro il sistema pensionistico nazionale e attivo sostenitore di misure che - non solo in campo previdenziale - puntino al ripristino del principio di eguaglianza (reddito di cittadinanza, riduzione dei vitalizi, ecc.).
Vulcanico responsabile scientifico del Festival, nonché attento osservatore dei fenomeni economici e sociali contemporanei e primo elemento attivatore e attrattivo di una miriade di energie che trovano spazio dentro l'ampia cornice del programma del Festival. Su questo secondo ambito provo a concentrarmi, riflettendo attorno al tema di quest'anno ("I luoghi della crescita") e suggerendo cinque appuntamenti che meritano di essere fissati in agenda. Dall'inizio della grande crisi - c'è chi si spinge oggi a prospettare addirittura una "stagnazione secolare" - quella che potremmo definire economia mainstream ripete che la soluzione sta comunque nella crescita, da ricercare con qualunque mezzo.
"La luce in fondo al tunnel" che tante volte abbiamo sentito prevedere da politici e economisti e che, in una sorta di tremenda candid camera, viene spostata un passo più in la, diventando di fatto irraggiungibile. L'evidente deteriorarsi delle prospettive di crescita (certificate dall'altalenanza dei dati: PIL, consumi, occupazione, ecc.) sembra però non mettere in dubbio il modello di sviluppo che ha caratterizzato gli ultimi decenni della storia occidentale e che anche il Festival sembra confermare come stella polare dei propri ragionamenti. Una continuità di teoria economica che si legge nella costante associazione della formula "per la crescita" a moltissimi dei temi in scaletta nella quattro giorni di incontri, a testimonianza di un'apparente mancanza di alternativa a uno schema di pensiero (quello della crescita illimitata appunto) che mostra oggi molti dei suoi limiti strutturali.
Dentro lo sterminato programma del Festival trovano spazio pensieri laterali - ad esempio la riflessione sulla "Coscienza dei luoghi" che proporrà Alberto Magnaghi o il docufilm “In the same boat”- che però appaiono quasi delle concessioni (al limite della stravaganza) dentro un contesto invece piuttosto omogeneo e monocorde. Mauro Gallegati in un recente libro - dall'evocativo titolo "Acrescita" - prova a mettere in crisi, non solo da un punto di vista etico ma accademico, la presunta scientificità dell'economia e ne prova a mettere sotto stress le certezze assiomatiche, al limite dell'atto di fede. Lo fa proponendo di ragionare attorno a un paradigma diverso "che sappia coniugare aspetti economici, sociali e ambientali".
"Un paradigma laico, cioè scevro da quella confessionalità che è caratteristica dell'attuale mainstream economico. "Un paradigma più attento agli errori del passato, più adatto alla transizione che affrontiamo nel presente e più utile alla descrizione di un pensiero desiderabile. Un paradigma che - tornando al titolo scelto - privilegia "La crescita dei luoghi" (intesa come descrizione di un benessere non solo collegato al possesso e al consumo e che educa "all'abbastanza") ai "Luoghi della crescita". Non è una differenza di poco conto...
Ecco i consigli dentro il programma del Festival.
1) Enrico Moretti / Dove va il lavoro (2 giugno, ore 15.30)
2) Saskia Sassen / Chi possiede le nostre città (3 giugno, ore 17.00)
3) Fabrizio Barca / Crescere senza fuggire. l’esperienza di una politica attenta ai luoghi (4 giugno, ore 10.00)
4) Evgeny Morozov / Dietro la smart city (5 giugno, 12.00)
5) Swati Dhingra, Sergio Fabbrini, John Lloyd, Stefano Micossi / Più piccoli e meno uniti? (5 giugno, 16.30)
Federico Zappini
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