Volare con i libri, il miracolo di Harry
Volare con i libri, il miracolo di Harry
Immaginatevi, nel caldo sud della Spagna, appena sfiorato dalle emozioni della calda campagna elettorale, una cittadina tutto sommato anonima, niente a che fare con i fascinosi «pueblos blancos» qualche chilometro di curve più in su, ai piedi della Sierra Nevada, o con la vicina Granada, la città moresca e reale dell'Alhambra e del flamenco che scortica i cuori. Non siamo lontani dalle terre riarse - una specie di Messico in Europa - del deserto di Tabernas, vicino ad Almeria, dove Sergio Leone girava i suoi capolavori western: e non liquidiamoli nella sottocategoria «spaghetti» perché sono classici sfolgoranti, Quentin Tarantino insegna.
La cittadina tutto sommato anonima si chiama Orgiva (accento sulla O iniziale) e laggiù, quattro giorni prima del solstizio d'estate, un napoletano pieno di sogni che per sette anni ha lavorato in Trentino (formazione professionale, progetti anti-disagio e anti-dispersione scolastica) ha inaugurato un «lugar de cultura y lectura», un luogo chiamato «el Bazar de Harry» dal libro di Sepulveda «Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare».
Dentro una piccola libreria-cartoleria che si chiama, niente meno, «Atenea».
Lo spazio di Harry è piccolo, ma quel venerdì 17 giugno è partito col piede giusto, perché una trentina di bambini e le loro mamme l'hanno capito grazie alla verve da contastorie di Angel e Eva, moglie del napoletan-trentino (che, a proposito, si chiama Carmine Amato e sta per pubblicare a Napoli il suo secondo libro, «Alici in musica», storia di tre adolescenti sul filo del rasoio): con i libri si vola. Grazie a un'enciclopedia scovata nel grande mitico caos del bazar di Harry, ad Amburgo, i gatti che hanno adottato la gabbianella orfana, Fortunata, scoprono infatti come ripulirle le ali dal petrolio e come insegnarle a volare.
Ogni settimana, laboratori, racconti e letture terranno vivo, nell'Atenea di Orgiva, il segreto del volo. Insegnandolo ai piccoli perché lo insegnino a loro volta ai grandi che avessero smesso di leggere e di immaginare. La lettura ci salva perché ci regala un altro mondo, anche gratis (le biblioteche pubbliche servono per questo, no?) o per il prezzo di una pizza: ma il loro effetto è più duraturo. Ci offrono un exit nella vita degli altri, un viaggio a km zero. Basta che il libro sia buono. Ma qui è sufficiente chiedere a un buon lettore. Come quelli che cresceranno a Orgiva, Andalusia, al bazar di Harry, per merito di un napoletano un po' trentinizzato che crede nel potere taumaturgico dei libri, che sciolgono tragedie e salvano vite.
Come quell'enciclopedia che i gatti sepulvediani scovarono in un bazar ingombro di tutte le cose del mondo, tra cui 12 telegrafi di macchina sbattuti da iracondi capitani, 256 bussole che non avevano mai perso il nord e 54mila romanzi in quarantasette lingue. Il bazar delle scoperte, il bazar delle avventure: il bazar delle letture.