L’energia idroelettrica in Trentino: abbondante e rinnovabile!
L’energia idroelettrica in Trentino: abbondante e rinnovabile!
Il 2014 è stato un anno molto buono, dopo alti e bassi normali e attesi, per la produzione idroelettrica trentina. È stata superata la grossa produzione idroelettrica registrata nel 1977 di 5.272 GWh.
La produzione idroelettrica netta in Trentino (2014) è stata di 5.600 GWh (Terna S.p.A). Si tratta di energia rinnovabile. È bene ribadirlo.
Il consumo complessivo di energia elettrica in Trentino è stato di circa 3.231 GWh che equivale al consumo di circa 6.000 kWh/anno(2014) per ogni residente trentino (circa 537.500 persone alla fine del 2014). In media in Trentino possiamo dire che un’abitazione con tre persone consuma circa 1.500-3.000 kWh/anno di elettricità.
Se si escluse l’anno 2005, la produzione idroelettrica rinnovabile in Trentino, possiamo quindi affermarlo, ha prodotto sin qui un surplus (colonne verdi del grafico 1) che nell’anno 2014 è stato di circa 2.370 GWh. La media negli ultimi 15 anni si aggira attorno ai + 800 GWh/anno.
GRAFICO 1 – Andamento storico della produzione idroelettrica e del consumo elettrico interno:
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Le centrali idroelettriche presenti in Trentino
Se osserviamo la mappa del Trentino (Fonte: OPENdata Trentino) si possono vedere dove sono localizzate le centrali idroelettriche sparse sul territorio trentino e controllate in varie forme dalla amministrazione provinciale. Le grandezze dei cerchi sono in relazione con le potenze nominali delle centrali idroelettriche (MW el. installati).
IMMAGINE 1 – Le centrali idroelettriche in Trentino e la loro potenza nominale installata:
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In alcuni casi nella stessa località vi sono due centrali idroelettriche. La più grande è operativa a Santa Massenza con 88,7 MW elettrici di potenza installata nominale. I dati storici di produzione elettrica delle singole centrali non sono noti.
Negli ultimi anni in Trentino si è assistito da una parte a una riduzione della produzione elettrica da grandi derivazioni e dall’altra sono cresciute di numero le mini e piccole centrali idroelettriche da 20 a 200 kW di potenza o della classe 200 kW sino a 3 MW distribuite sul territorio.
I consumi elettrici provinciali sono in leggero aumento, ma nel lungo periodo si prevede un calo (p. 89 del Piano Ambientale ed Energetico Provinciale approvato dalla PAT, PAEP 2014-2020).
IMMAGINE 2 – Produzione elettrica totale, rinnovabile e rapporto tra consumi interni e produzione rinnovabile:
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Abbiamo bisogno di altre centrali idroelettriche?
Se questa è la situazione della produzione idroelettrica in Trentino posta a confronto con i consumi interni, qual è la ragione che spinge allora la realizzazione di un’altra centrale idroelettrica sull’asta del fiume Adige in Vallagarina (Nomi e Pomarolo)? Non ha, a mio parere, senso! E questo dal solo punto di vista energetico.
Se lo scopo è prodursi energia rinnovabile da idroelettrico per la propria attività produttiva, i dati storici e recenti ci dicono che in Trentino abbonda la produzione idroelettrica che è addirittura esportata nelle regioni limitrofe. Perché non usufruire di quelle esistente che è sempre «trentina doc». Costerebbe di meno la produzione elettrica tramite il piccolo impianto (3 MW) sull’Adige rispetto a quello delle grandi derivazioni già esistenti e collaudate?
I trucchetti nella relazione tecnica dei proponenti
Il PEAP 2014-2020 afferma (p. 60), ribadendo questo concetto: «La produzione di energia elettrica verde supera il fabbisogno interno […]». Questo vuol dire, in altre parole, che tutte le utenze elettriche trentine sono servite da energia 100% rinnovabile. Il più grande distributore elettrico in termini di utenti finali sul territorio provinciale (TRENTA S.p.A) ha un fuel mix disclosure al 100% rinnovabile (2013 e 2014 e immagino anche gli anni precedenti). Coerentemente e in linea con questa considerazione il PEAP 2013-2020 assegna (p. 38, tabelle 5) al consumo elettrico in Trentino un valore emissivo in termini di anidride carbonica pari a zero (0). Questo é quindi in contrasto con quanto scritto invece nella relazione di sintesi non tecnica redatta da SWS Engineering S.p.A. (pagina 31/148) in cui si stimano le mancate emissioni di anidride carbonica in circa 15.222 tonnellate ogni anno, prendendo tra l’altro a riferimento (Figura 3) un mix energetico nazionale (fonte ENEL) del 2011 che fissa in 708 grammi di CO2 per kWh prodotto. Perché confrontarla con «una delle solite centrali termoelettrica dell’ENEL» invece di fare riferimento alla situazione in loco come forse sarebbe più logico? Viene da pensare che forse servano, le molte tonnellate risparmiate di CO2, ad «impressionare» le commissioni di valutazione che si sono dati dei target di riduzione contro i cambiamenti climatici.
A mio parere, se in Trentino produco energia elettrica da fonte rinnovabile, non sostituisco energia fossile poiché rispetto al consumo interno, la produzione rinnovabile è già abbondantemente superiore. E infatti e in questa logica i privati e le società trentine che usano energia elettrica sono considerati NON emissivi in termini di anidride carbonica. (PAEP 2013-2020).
I molti denari del FESR al fotovoltaico, a fondo perduto
Un altro esempio che a me pare davvero paradossale in termini di politica energetica sono stati i lautissimi finanziamenti concessi (6,2 milioni di Euro) al fotovoltaico, oltre alle tariffe incentivanti nazionali, tramite i fondi del Programma europeo di Sviluppo Regionale (FESR 2007-2013) gestito dalla PAT .
GRAFICO 4 – I generosi finanziamenti FESR agli impianti fotovoltaici:
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Si tratta di 151 impianti, con una media di finanziamento a fondo perduto di circa 41.000 €. Della natura tecnica di questi impianti conosciamo poco e nulla, nemmeno le potenze installate se non per pochissimi di essi. Del rapporto tra livello di finanziamento e potenza installata (kWp) quindi non sappiamo quasi nulla. Quali sono stati i criteri di assegnazione del finanziamento FESR?
Si potrà dire: il fotovoltaico fa parte della strategia provinciale di differenziare le fonti interne rinnovabili. Bene, nel 2014 la produzione fotovoltaica è stata di 0,16 TWh e quella idroelettrica di 5,6 TWh, appena il 2,9%. Rispetto ai consumi interni è maggiore (5%) ma non modifica la sostanza.
In Trentino la produzione di energia elettrica verde supera già e di molto il fabbisogno interno. Non ha quindi senso «spingere» con soldi pubblici la produzione di altra energia elettrica verde dove essa abbonda e di molto. Ha più senso puntare con quei denari sul risparmio energetico, sull’efficienza e, insisto ancora, sulla produzione di energia termica verde e sulla mobilità non fossile o a minor impatto, settori questi ultimi in cui anche in Trentino si deve fare molto di più.