La troppa igiene è controproducente
La troppa igiene è controproducente
Sebbene i tristi fatti dei giorni scorsi lascino tutti molto scossi e con un gran senso di impotenza di fronte alle forze della natura, la vita deve andare avanti. Eventi come questi devono solo farci capire l'importanza di rispettare la natura. Siamo noi a doverci adattare ad essa e non possiamo credere di modificarla a nostro piacimento, magari solo per interessi economici senza pagarne le conseguenze.
In tal senso, un interessante spunto di riflessione ci viene da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, una delle riviste mediche più prestigiose, che ha confrontato la prevalenza di allergie in due diverse comunità religiose, con radici simili, che oggi vivono negli Stati Uniti: gli Amish che sono originari dalla Svizzera, vivono oggi in maniera molto semplice, rispettosi della natura, praticando un'agricoltura più «tradizionale» e gli Hutteriti, che sono invece di origine tirolese, e che applicano però un'agricoltura più «industrializzata». Entrambe queste due popolazioni mirano all'autosufficienza vivendo dei loro prodotti e di allevamento.
Quello che ha attirato l'attenzione dei ricercatori è stata la spiccata differenza tra la prevalenza di allergie tra le due popolazioni: tra gli Amish è del 7,2% e tra gli Hutteriti del 33,3%. Altrettanto per quanto riguarda l'asma nei ragazzi di età scolare, è del 5,2% tra gli Amish e del 21,3% tra gli Hutteriti.
Questo gruppo di studiosi di Chicago per cercare di capire perché tra gli Hutteriti allergie e asma fossero 4 volte più frequenti, ipotizzarono che fosse il diverso ambiente in cui vivevano i ragazzi ad influenzare lo sviluppo delle allergie. Osservarono che la vita degli Amish era costantemente a contatto con la terra e con gli animali della fattoria e determinarono che nella polvere delle abitazioni degli Amish c'era una quantità di antigeni ambientali 7 volte superiore rispetto a quella rilevata nelle case degli Hutteriti. Conclusero che questo tipo di vita costantemente a contatto con la natura degli Amish, avesse stimolato maggiormente il sistema immunitario ed avesse influenzato lo sviluppo di un microbioma (= flora batterica) assolutamente protettivo nei confronti dell'asma.
In atre parole i bambini Amish, che crescevano nelle fattorie tradizionali costantemente a contatto con gli animali avevano una «flora batterica» che li aiutava a difendersi dalle allergie. Vi ricordo che il nostro corpo è abitato da circa 100.000 miliardi di batteri, di almeno 1.000 specie diverse e di queste solo pochissime sono pericolose, mentre la stragrande maggioranza di esse sono innocue se non addirittura benefiche in quanto producono vitamine, ci aiutano nella digestione e collaborano con il nostro sistema immunitario nella difesa contro i vari agenti patogeni.
Queste osservazioni dovrebbero farci riflettere sull'assoluta inopportunità di sterilizzare ciucci, biberon e tettarelle, per lasciare che il bambino stimoli il sistema immunitario e che sviluppi quel microbiota benefico che lo aiuterà in futuro a difendersi da allergie e forse anche da altre malattie. Se un bambino mette le mani sporche in bocca non succede niente di drammatico. Anzi potrebbe sollecitare il suo sistema immunitario a combattere contro i nemici esterni e a renderlo più «battagliero».
È del tutto inutile pulire la casa con detergenti che vantano di uccidere il 90% dei microbi, tutto ciò potrebbe essere controproducente. L'ossessione della pulizia esagerata potrebbe rivelarsi addirittura dannosa per la salute.
Dobbiamo ricordarci che per secoli siamo cresciuti dentro tende e capanne, in case senza acqua e solo da qualche decina di anni viviamo in case pulite sì, ma non sterili. Abbiamo sempre giocato nei prati, nei boschi e nei cortili ed il nostro organismo, in milioni di anni, ha imparato a difendersi da virus e batteri ma forse non ha ancora capito come difendersi da quelle migliaia di prodotti chimici che riversiamo ogni giorno nell'ambiente e che involontariamente ingeriamo e inaliamo quotidianamente.
Michele Pizzinini
Specialista in Scienza dell'alimentazione