Gli artigiani che vengono sempre domani
Gli artigiani che vengono sempre domani
Dopo i dipendenti statali vediamo se riesco a far arrabbiare anche gli artigiani. Sono tuttavia tranquillo perché se qualche artigiano si dovesse sentire offeso da quest'articolo non avrà certo il tempo di scrivere al giornale. Ma veniamo alla fredda cronaca. Questa primavera mi si è rotta la tapparella del bagno (a dire il vero si è rotta l'inverno scorso, ma siccome rientro sempre con gli occhiali scuri, non mi ero accorto che la tapparella fosse sempre giù). Il primo pensiero è stato chiamare un falegname. Chiedo in giro, guardo sulle pagine gialle, faccio ricerche su Google map, su e-Bay, consulto una medium ma niente: pare che falegnami non ne esistano più. Ne hanno avvistato un paio alla mostra dell'artigianato di Rovereto nel '84 ma li hanno portati in Austria per studiarli e cercare di farli riprodurre.
Alla fine ne trovo uno miracolosamente scampato ai rastrellamenti degli antropologi, e gli telefono. Alla quinta telefonata risponde e fissiamo l'incontro per il giorno dopo. Il giorno dopo non si fa vedere. Mi richiama il giorno dopo ancora dicendomi che viene il giorno dopo. Gli faccio notare che il giorno dopo era quello, «allora vengo il giorno dopo del giorno dopo» mi risponde e riattacca. Due giorni dopo rispetto al suo «giorno dopo», aspetto tutto il giorno ma niente. Lo chiamo tutto il giorno ma non risponde. Il giorno dopo mi butta giù dal letto alle 7 di mattina per chiedermi l'indirizzo «mi si è liberato un buco di mezz'ora e sono lì in dieci minuti».
Gli do l'indirizzo e aspetto dieci minuti. Poi venti. Poi trenta. Il giorno dopo, alle 6 di mattina mi suonano alla porta, è lui. Lo faccio entrare. Per non urtare la sua sensibilità di artigiano evito di toccare l'argomento appuntamenti mancati, e gli indico la tapparella rotta. Lui raggiunge la finestra, si china in avanti con i suoi classici pantaloni da idraulico/falegname (quelli a vita più che bassa..), poi tira fuori dalla borsa una chiave regolabile e con quella prova a fare tutto: la usa come martello, come cagna, come pinza, come cacciavite, come metro, l'avesse usata per tenersi su i pantaloni mi avrebbe risparmiato la vista della spaccatina. Finalmente riesce ad aprire il cassonetto e aggiusta la tapparella (non prima di avere spaccato il lavandino che accidentalmente si trovava proprio nel punto in cui la chiave ha deciso di cadere). Terminato il lavoro, si è tirato su i pantaloni, mi ha chiesto i soldi e se n'è andato. Appena uscito ho dovuto chiamare l'idraulico per aggiustare il lavandino: mi ha detto che sarebbe venuto il giorno dopo. Il giorno dopo ho richiamato l'idraulico che mi ha detto che sarebbe venuto il giorno dopo. Il giorno dopo ho chiamato nuovamente l'idraulico che mi ha detto che sarebbe venuto il giorno dopo. Il giorno dopo ...
luciogardin@gmail.com