Nuovi farmaci per la cura del diabete
Nuovi farmaci per la cura del diabete
Il 14 novembre si è celebrata in tutto il mondo la Giornata del Diabete, dedicata all'informazione ed alla sensibilizzazione nei confronti di questa malattia. Oggi nel mondo ci sono circa 380 milioni di diabetici e altrettanti individui, in una condizione preclinica, che lo svilupperanno nei prossimi anni. Secondo recenti proiezioni, se non si interverrà con massicce campagne di prevenzione, tra 50 anni gli individui affetti da diabete sulla terra raggiungeranno il miliardo! La data del 14 novembre non è stata scelta a caso, ma per commemorare e rendere omaggio a Frederick Banting, lo scopritore dell'insulina, che nacque proprio in questo giorno. Con la sua scoperta ha permesso, e permette tutt'oggi, la sopravvivenza a migliaia di persone insulino-dipendenti che fino ad allora erano destinate a morire rapidamente.
In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono circa 300.000, per lo più bambini o giovani, che per vivere devono iniettarsi l'insulina 4-5 volte al giorno. Il diabete di I tipo è una malattia di tipo autoimmune, che si caratterizza per la morte delle cellule beta, deputate a produrre l'insulina. L'incidenza di questa condizione è in aumento in tutto il mondo e cresce ad un ritmo del 3% ogni anno. Il diabete di tipo 2, quello più diffuso, detto anche diabete senile, conta in Italia circa 3.600.000 pazienti e secondo le previsioni, nel 2030, i malati in Italia saranno quasi 6 milioni. Questa «epidemia» costa al nostro Servizio sanitario nazionale circa 10 miliardi di euro all'anno, considerando che la gestione di ogni paziente diabetico costa poco meno di 3.000 euro all'anno.
Il diabete è troppo spesso sottovalutato dai pazienti perché non presenta sintomi o disturbi particolari, ma valori eccessivi di glucosio, giorno dopo giorno, ostruiscono le piccolissime arterie che portano il sangue alla retina, ai reni, alla cute, ai nervi, ecc. portando talvolta a cecità, insufficienza renale o a gangrena. La cura del diabete si basa su due capisaldi fondamentali: dieta e attività fisica e solo qualora questi non fossero sufficienti a garantire un buon controllo glicemico va iniziata una terapia farmacologica.
Per fortuna la ricerca negli ultimi 10 anni ha portato allo sviluppo di nuovi farmaci che stanno permettendo un sempre miglior controllo del diabete ed una netta riduzione delle complicanze legate a questa malattia. Non molti anni fa, in maniera quasi fortuita, si è individuato un principio attivo, l'exenatide, nella saliva di un grosso lucertolone (Gila monster) che riproduceva l'azione di un ormone prodotto dal nostro intestino, il GLP-1, capace di abbassare efficacemente la glicemia, di indurre un certo senso di sazietà e preservare meglio le cellule pancreatiche responsabili della produzione dell'insulina. Il limite di questo ormone intestinale stava nel fatto che nel sangue agiva al massimo per un paio di minuti. L'exenatide simula l'azione dell'ormone intestinale, però con una durata d'azione più protratta.
Alcuni anni dopo sono stati sviluppati dei farmaci in grado di bloccare gli enzimi che degradano il GLP-1, consentendo allo stesso ormone, prodotto dal paziente, di rimanere in circolo più a lungo e di svolgere la sua azione di riduzione della glicemia in maniera continuativa e prolungata. L'ultima classe di farmaci è stata sviluppata nel 2014, partendo da una sostanza naturale presente nella corteccia dei meli, agisce a livello renale consentendo una maggior perdita di glucosio attraverso le urine. La logica di questi farmaci è quella di «produrre urine dolci» trasferendo glucosio dal sangue alle urine con un abbassamento delle glicemie. I primi risultati clinici sembrano piuttosto interessanti anche per quanto concerne una riduzione del peso corporeo e del rischio cardiovascolare. Staremo a vedere.
L'uso di questi nuovi farmaci è ancora limitato anche a causa del loro costo piuttosto elevato e per il momento per la cura del diabete ci affidiamo ancora alla metformina, un farmaco vecchio di più di 50 anni, anch'essa estratta da una pianta, la Galega officinalis, diffusa anche in Trentino. La metformina sta vivendo da qualche anno, una seconda giovinezza in quanto si è osservato che, oltre che migliorare la sensibilità all'insulina dei nostri organi e ridurre efficacemente la glicemia, sembra abbia la capacità di contrastare lo sviluppo dei tumori e pare abbia anche un'azione anti invecchiamento. Sono in corso tutta una serie di sperimentazioni sia sugli animali che sull'uomo per verificarne la reale efficacia, ma già qualcuno sostiene ironicamente che se fosse vero dovremmo metterla negli acquedotti.
Resta il fatto che la battaglia contro il diabete si combatte prima di tutto con la prevenzione, cominciando con la riduzione del consumo di bevande zuccherate e facendo semplicemente una passeggiata quasi tutti i giorni. Ogni euro speso nella promozione di uno stile di vita sano ci permette di risparmiarne due in cure l'anno successivo. È ora che anche la Politica se ne renda conto.
Michele Pizzinini
Specialista in Scienza dell'alimentazione