Il clima è cambiato
Il clima è cambiato
Dopo il decreto firmato, alcune settimane fa, dal Presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump, da ora in avanti dovremo solo attenderci politiche per il clima che saranno, nella migliore delle ipotesi, tiepide. Nella peggiore delle ipotesi saranno regressive e porteranno l’orologio indietro ai tempi della firma del Protocollo di Kyoto (inizi anni novanta). È questo il senso politico del decreto che intende depotenziare la legge quadro sulle energie rinnovabili introdotta in più tappe dal predecessore di Donald J. Trump, Barack Obama.
Alla Segreteria di Stato (responsabile della politica estera degli USA) c’è un uomo, Rex Tillerson, il quale proviene direttamente da una multinazionale (Exxon-Mobil) che ha fatto, già negli anni ’80, della negazione dei cambiamenti climatici la propria bandiera. È vero che non era favorevole al decreto del presidente, ma non è riuscito a fargli cambiare idea.
Si è imposto al contrario, il nuovo direttore dell’agenzia ambientale americana (EPA), Scott Pruitt che è arcinoto per il suo scetticismo politico e scientifico sul ruolo delle attività umane sui cambiamenti climatici. Pruitt è stato inoltre molto “criticato” per le sue strette relazioni con aziende attive nel settore dell’estrazione dei combustibili fossili. Appena insediato D. Trump ha decurtato il budget dell’Agenzia EPA di circa il 30%. S. Pruitt è comunque salito personalmente sul palco del Giardino delle Rose della Casa Bianca subito dopo il lungo discorso di D. Trump (31 minuti) per ribadire la scelta fatta («L’accordo di Parigi è controproducente per gli USA») e per ribadire, con altre parole, che i cittadini di «Pittsburgh hanno eletto D. Trump, e non quelli convenuti a Parigi».
L’idea alla base del decreto firmato del Presidente Trump è di ridare lavoro ai minatori di carbone come promesso in campagna elettorale. Il problema è che questi impianti non sono più operativi poiché non sono più economici, lavorerebbero in perdita.
Gli stati americani che hanno massicciamente eletto D. Trump, Texas, Iowa, Oklahoma, Illinois e Kansas sono nelle prime posizioni dalla classifica per la produzione di energia eolica e sono stati tutti governati da repubblicani.
Il Texas, per esempio, è lo Stato dove è cresciuto e ancora vive Rex Tillerson, possiede una potenza eolica installata di circa 20 GW. È una potenza pari a quella in questo momento installata nel nord della Germania. L’industria eolica americana occupa in questo periodo più persone di tutto il settore dell’estrazione del carbone made in USA.
In generale il settore delle energie rinnovabili in America è cresciuto negli ultimi anni con percentuali a due cifre.
L’imprenditore e presidente Donald J. Trump sembra voler ignorare la direzione in cui anche il suo mercato interno si muove e si innova.
E in Trentino, quali sono state le politiche per il clima?
Qui di seguito alcuni grafici con gli enti, i progetti e i denari spesi per le politiche sul clima derivanti dal Fondo Clima della PAT.
Grafico 1 – Ripartizione delle spese, Periodo 2010-2015
[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1608776","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"492","width":"990"}}]]
Grafico 2 – Gli Enti che hanno partecipato a progetti sul fondo per il clima, periodo 2010-2015.
[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1608771","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"605","width":"1138"}}]]
Grafico 3 – Il fondo per il clima negli anni 2016, 2017 e 2018.
[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1608766","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"474","width":"822"}}]]
Il documento programmatico Progetto Clima 2008 (226 pagine) della PAT conteneva nella postfazione questo auspicio: «La materia di cui stiamo dibattendo è a tutt’oggi fluida e in continuo movimento: dobbiamo attenderci una crescita esponenziale sia dell’interesse dei media sia anche delle domande che la società civile indirizzerà, con sempre maggiore insistenza, al mondo scientifico e a quello politico».
Indicava inoltre anche una direzione: […] «È una sfida che assorbirà inoltre molte risorse, pur generando al tempo stesso nuove opportunità economiche».
(Lorenzo Dellai, p. 221).
In Trentino le risorse per la lotta ai cambiamenti climatici sono in calo (Grafico 3) e mi pare anche l’attenzione concreta (iniziative locali) sul tema. Si organizza qualche seminario a livello locale ben sapendo in partenza che in concreto non si farà quasi nulla. Non ci sono soldi. Non c’è consenso. Non c’è volontà. Non si hanno forse idee concrete da portare avanti per creare nuove opportunità.
Che cosa propone in concreto la politica e l’amministrazione pubblica in Trentino sul tema dei cambiamenti climatici?
Chi è, se c’è, il responsabile delle politiche per i cambiamenti climatici in Trentino?
Che cosa fanno in concreto i Comuni trentini?
E i progetti finanziati (es. l’Atlante eolico) quali ricadute concrete hanno avuto per la mitigazione e la lotta ai cambiamenti climatici?
La giustificata euforia dopo l’accordo sulla lotta ai cambiamenti climatici di Parigi (dicembre 2015) è evaporata in fretta con l’elezione a novembre 2016 di Donald J. Trump.
È stato «l’anno breve» per politiche sui cambiamenti climatici.