Implacabile arriva ogni anno il compleanno
Implacabile arriva ogni anno il compleanno
Due giorni fa ho compiuto gli anni. L’evento, che si ripresenta con drammatica pedissequa puntualità ogni novembre, quest’anno è stato però diverso dai precedenti. Senza entrare nei processi accumulativi di mensilità che aggiungendosi una all’altra in una meticolosa somma hanno prodotto nel tempo come finalità il fatto di trovarmi all’età che ho, quest’anno la cosa mi ha colpito.
Ho raggiunto un’età in cui prima di fare qualche azione fisica è bene pensare a cos’altro potresti fare già che sei in quella posizione. Ad esempio, ti pieghi per allacciarti le scarpe e pensi: già che sono qua cosa posso fare prima di tornare su per evitare di dovermi ripiegare una seconda volta per fare qualcosa di cui non mi ero accorto prima?
So che molti di voi sanno di cosa sto parlando. Non vi è mai capitato di programmare un bel giro in bici? Il cervello ragiona come quando hai 30 anni, quindi ti escono quelle frasi tipo oggi faccio i miei 40 km in ciclabile, uso cambi duri così arrivo a casa prima e poi vado in palestra. Subito dopo avere espresso queste intenzioni con la mente, si passa all’azione.
Mi vesto: leggero strappetto alla schiena perché mi sono piegato per recuperare il pantaloncino imbottito finito nell’angolo più in fondo dell’armadio sotto la cintura elastica e le calze contenitive a compressione graduata. Scendo in garage e la bicicletta è appesa al fatidico gancio: mi alzo sulle punte perché l’avevo attaccato un po’ alto per evitare di fare la fiancata della macchina sui pedali ogni volta che parcheggio, ed ecco che una piccola contrattura al polpaccio mi disorienta un po’. Penso che mi passerà pedalando e non ci faccio caso. Zoppicando riesco a tirare giù la bici che ovviamente ha le gomme sgonfie (sarà perché è appesa dal giorno della prima comunione di mia figlia che ormai non dico che è più vecchia di me ma si avvicina).
Prendo quindi la pompa che se possibile si trova ancora più in alto della bici, e la cosa mi procura un altro piccolo strappo al polpaccio (l’altro, quello che prima era rimasto illeso) e comincio a pompare le gomme. Alla terza pompata mi viene una fitta al tricipite ma proseguo impavido, sono deciso a portare a termine l’operazione dovessi usare la bocca.
Finalmente salgo sulla bici e parto, ma durante la salitina del garage mi coglie un bizzarro eccesso di sudorazione. Sono a un bivio della mia vita: da un lato i 40 km di ciclabile e dall’altro l’istinto di sopravvivenza. Comincio a pedalare e mio avvio verso il panificio: per oggi vado a prendere il pane, il mese prossimo vedremo.