Molestie, le denunce e il rischio gossip
Molestie, le denunce e il rischio gossip
Dopo le ripetute denunce di molestie e sopraffazioni, i dibattiti più o meno infuocati sul tema, le prese di posizione di personaggi favorevoli e contrari, il rischio è che l’opinione pubblica si lasci sviare da quell’alone di gossip che riduce un argomento di enorme importanza a una specie di telenovela, con storie di donne succubi del potere maschile, di denunce postume, di elenchi che si allungano ogni giorno. E tutto mentre viene perso di vista il vero obiettivo, declassato a un rigurgito di femminismo inteso nel significato dispregiativo di contrapposizione, di una insopportabile guerra di genere.
Non è così, ma c’è da prendere spunto per avviare un ragionamento serio, non basta ridurre tutto a una prova di forza. Purtroppo le prove di forza di qualsiasi tipo oggi sono all’ordine del giorno e ne è maestra la politica, dalla quale ci si aspetterebbero buoni esempi, saggezza, competenza, proposte e traduzione in pratica di programmi che puntino alla soluzione delle priorità. Ma la politica spende troppe energie nelle prove di forza. Guerre interne, tutti contro tutti salvo poi cadere dalle nuvole quando alla resa dei conti ci si accorge che la gente ha girato le spalle. Forse si è dimenticato che cosa significhi la parola «gente». Vuol dire cittadini, persone, uomini e donne che vivono problemi reali sulla propria pelle, problemi veri, tangibili.
Avete presente la foto di Papa Francesco che guarda negli occhi un anziano in occasione della giornata dei poveri il 19 novembre scorso? I poveri sono persone da incontrare ed amare - dice - la povertà non è un’entità astratta, ma ha il volto di donne, uomini e bambini sfruttati e calpestati. È con quella faccia lì che i politici dovrebbero guardare chi ha bisogno, con quell’espressione che vuol dire partecipare, comprendere, impegnarsi, promettere ciascuno per quel che può. Promettere e mantenere le promesse. E invece troppo spesso troppi politici guardano senza vedere, presi da beghe interne, dispetti, insulti che producono il nulla. Presi dalla corsa a un traguardo personale. Va a finire che anche quelle della politica molte volte possono definirsi molestie nei confronti della gente, nel senso di potere usato male. E in questo clima succedono cose che non dovrebbero mai succedere, protagonisti adulti ma anche ragazzi che imitano quel che vedono e sentono da parte di chi dovrebbe invece insegnare come si fa a vivere bene.
Allora può capitare che certi ragazzi tirino avanti una vita inutile, precaria, senza prospettive. Allora, tanto per stare all’attualità della cronaca, può capitare che per ingannare la noia riprendano vecchi giochi stupidi, pericolosi e a volte drammatici, come quello di tirare sassi dal cavalcavia per poter ridere quando fanno centro, o quello di incitare via Web i coetanei al suicidio. Giovani che si crogiolano nell’ignoranza distribuendo svastiche a destra e a manca come è successo a Pesaro nei giorni scorsi, senza sapere che cosa significano certi simboli, qual è la storia che li ha prodotti, chi ha sofferto, chi è morto nei campi di sterminio e perchè. L’ignoranza chiude le saracinesche del cervello che si riempie di un senso d’onnipotenza. Esistono giovani eccellenti, è vero, ma ne esistono ancora troppi che sono stupidi e si credono furbi.
È un circolo vizioso che si nutre di cattivi esempi. È un circolo che si deve rompere da qualche parte e ben dovrebbe saperlo chi ha l’autorevolezza e la delega per farlo. E invece sembra prevalere il barcamenarsi quotidiano di chi, con i piedi ben piantati su una piattaforma di sicurezza, butta uno sguardo verso chi tenta di arrabattarsi come può. E alla fine non cambia un granchè. Nella storia, purtroppo, non è una novità, i momenti di crisi ci sono sempre stati ed hanno sempre provocato danni.
Ma poi verrà anche il tempo di ripartire e il primo passo importante sarà far crescere una generazione nuova con la mente aperta, libera da stereotipi e da pregiudizi, perché i bambini non nascono stupidi o bulli e nemmeno razzisti. Non sanno che si sta consumando da sempre una battaglia di genere, maschi contro femmine in nome di un retaggio patriarcale. Fenomeno, lo ha ripetuto recentemente anche la scrittrice Dacia Maraini presentando il suo ultimo libro a Caldonazzo, che dà vita ad atteggiamenti e gesti di sopraffazione in nome di un potere travestito da amore. E il potere, si sa, se usato male corrompe e diventa pericoloso, perchè induce a prevalere sull’altro facendone la sua vittima.
I bambini, se vengono accompagnati nel comprendere il valore dei diritti e dei doveri, del rispetto, dell’altruismo, della tolleranza, cresceranno come le piante sorrette da un appoggio solido, dritte e forti. Elemento fondamentale nell’educazione - per riprendere le parole di Gandhi - è spiegare che si può vincere l’odio con l’amore e la menzogna con la verità. Sarebbe già un buon inizio.