È morto Carnevale, ucciso dai burocrati
Dopo Ravina anche Sopramonte ha rinunciato al carnevale. Per fortuna Arco, Mattarello, Tione e pochi altri resistono; ma molti comitati organizzatori si sono arresi alla burocrazia e a normative per la sicurezza che a confronto, la lotta alla mafia russa è un decalogo per bambini dell'asilo.
Oggi è meno complicato organizzare un traffico clandestino di migranti e testate nucleari allacciato a zanne di elefante ripiene di scorie radioattive, che fare una maccheronata.
L'importante è uccidere ogni forma di volontariato. Annullare le tradizioni in nome di una globalizzazione che ci livella tutti verso il gradino più in basso. In attesa che arrivi qualche politico a dirci che abbiamo bisogno dei migranti anche per organizzare le sagre che ormai nessuno vuole più fare.
Tempo fa un cenacolo di bocconiani si sono riuniti per cercare di peggiorare quello che ancora si può; ecco le nuove disposizioni per chi organizza un evento in piazza. Chi butta coriandoli per terra poi deve raccoglierli perché qualcuno potrebbe scivolare. In caso si suoni la trombetta, occorre munirsi di dichiarazione di un tecnico abilitato alla fonometria per verificare che non si superino i decibel di legge. In caso di maccheronata, serve la biografia, il codice fiscale, l'ultima dichiarazione dei redditi, gli esami del sangue e delle urine del maiale usato per il ragù. In cucina le bombole a gas non sono consentite dalla recente normativa. Al loro posto occorre usare dei volontari che scoreggiano in direzione di una scintilla.
Va beh abbiamo scherzato, anche perché a ben vedere le leggi servono. Perché se si verifica qualcosa di catastrofico tipo che a qualcuno scoppia in faccia un maccherone crudo, o un bambino correndo scivola su uno gnocco, batte la testa e torna a casa con un gnocco in testa, le responsabilità civili e penali ricadono su chi organizza. Resta comunque da capire come sia potuto accadere che fino adesso il genere umano sia incredibilmente riuscito a sopravvivere nonostante le Feste di Carnevale.
Ma la burocrazia non colpisce solo il carnevale.
Ecco la prassi per un barista che vuole mettere una sedia sul marciapiede antistante il suo locale (permesso di occupazione di suolo pubblico). 1) Presentare domanda in Comune con un estratto di mappa in triplice copia;
2) Presentare il PRG in triplice copia;
3) Presentare la foto di dove si vuole mettere la sedia;
4) Pagare la tassa di evasione pratica;
5) Aspettare che il Comune risponda, non via telefono ma via bollettino postale;
6) Tornare alla Posta a pagare;
7) Spedire al Comune la cedola del pagamento;
8) Accertarsi che la cedola sia arrivata telefonando all'ufficio preposto dove non risponde nessuno perché all'interno si trova solo un pensionato sordo convinto di essere stato assunto come centralinista ma in realtà è un volontario di Cles che è entrato in ufficio nel febbraio del 2003 per un'autorizzazione.