L'uomo al centro. Anche nel lavoro
L'uomo al centro. Anche nel lavoro
La Politica è un passaggio del deposito socio-culturale ed economico da una generazione all'altra. L'Italia, finalmente, ha il suo Governo. Dopo mesi di tensioni e attese, si è arrivati ad un accordo che auspichiamo possa dare frutti buoni per tutti. Gli antichi dicevano che dai parti più difficili nascono i figli più belli e noi vogliamo sperare che sarà così.
Anche perché davanti a noi c'è una situazione presente che ha urgenza di identificarsi con risposte vere. Una è la parola da innalzare al di sopra di ogni altra forma di dovere: incidere! Non più una Politica che vaga nel nulla, ma una forza istituzionale che sappia essere incisiva nelle proposte e negli interventi a favore dei cittadini. Unita a fare tutto quello che ha promesso.
La responsabilità pubblica è di per sé un invito costante all'assunzione di questo compito marcatamente concreto. Abbia perciò il suo riferimento e assetto valoriale programmato a maturare una nuova coscienza politica. Sia il Governo dell'attenzione radicale verso coloro che finora non sono stati trattati con la cura necessaria. Penso ai giovani e alle famiglie senza lavoro, alla situazione del Sud, dove dilagano problemi come la denatalità, l'emigrazione, la povertà. E si dia più spazio alle realtà dei borghi, al loro rinvigorimento, perché le nostre Regioni ripartono sempre dai centri interni. La cultura dominate, specie quella del mercato, ci impone la logica che il grande vale più del piccolo, ma oggi capiamo ampiamente che senza il piccolo non c'è tessuto comunitario realmente genuino. I piccoli chiedono riscatto da ogni angolo del nostro Paese. Ricordo la priorità di mettere al centro del tavolo esecutivo la coscienza del bene comune, lasciando perdere ogni tipo di atteggiamento discriminatorio e di svalutazione dell'altro. E soprattutto mettendo via la forza negativa che crea frammentazioni e rancori in atto.
Ho apprezzato molto in questo clima il tema che quest'anno si è scelto per il festival dell'Economia di Trento, Lavoro e Tecnologia. Ed esorto affinché le cose non superino mail l'uomo che le fabbrica, che la persona conti sempre più delle macchine, che la domenica torni ad essere centrale come spazio all'umano.
Esplicito perciò il mio augurio ai nuovi Ministri di lavorare con la gente e per la gente. Di applicarsi con tutti gli sforzi necessari alla buona riuscita di questa tanto attesa Terza Repubblica. Memori del passato, zelanti nel presente e fiduciosi verso il futuro. Non trascurando nessuna dimensione portante della nostra società. Spendendosi per le cause di tutti gli emarginati del nostro Paese. Esponendosi ad un progetto di sviluppo compenetrato di solidarietà e innovazione. Come diceva Von Balthasar: «Urge abbattere i bastioni che impediscono all'uomo contemporaneo di vedere la sua luce!».
È una missione richiesta a ciascuno di noi. Dove l'apporto di tutti è veramente indispensabile. Formando le nostre comunità all'incontro e non al conflitto, come ci insegna la festa importantissima di oggi, il Corpus Domini, per divenire cioè un solo corpo, una sola famiglia, per il buon funzionamento della nostra società. Proprio come i tanti chicchi di grano biondeggiante in questo mese di giugno sulle nostre colline che insieme (?e solo insieme!) formano l'unico pane, nutrimento per la terra e il cielo.