Provincia, numeri da circo di fine legislatura

di Lucio Gardin

Si è tenuto nei giorni scorsi l'ultimo consiglio provinciale alla presidenza di Ugo Rossi. È stata una cerimonia toccante. Appena arrivato, due ali di folla l'hanno applaudito. Qualcuno sventolava la bandiera tricolore, altri dei buoni pasto, Daldoss portava una corona (nel senso della birra). Gente che piangeva «non perdiamoci di vista», «è stato bello», «non avevo mai lavorato senza passamontagna», altri si scambiavano i biglietti da visita, qualcuno si scambiava il partito. Fin da subito è apparsa chiara l'intenzione polemica del presidente. «I grandi politici si distinguono per la lungimiranza, un vero leader sa guardare lontano» ha detto Rossi andando a sbattere contro il vetro della porta d'ingresso.

Per fortuna c'era il capo ufficio stampa che l'ha staccato dalla porta con una spatoletta, mettendo in conto il lavoro come spese extra. Entrando in aula, Rossi ha messo subito le cose in chiaro: «Prima che il Ghezzi canti tre volte qualcuno di voi mi tradirà» ha detto, interrompendosi però subito per il rumore di una porta che sbatteva. «Mi sono perso qualcosa?» ha chiesto Daldoss, arrivato in ritardo perché era andato alla SIAE a pagare i diritti d'autore a Giuda Iscariota. Olivi, ispirato dal momento, ha chiesto a Rossi di rifare il miracolo della Pesca Miracolosa di luglio, quando ha estratto 483 milioni dal nulla, presentando l'assestamento di bilancio più corposo dai tempi della resurrezione di Dellai. Dopo quattro anni in cui i soldi erano finiti per tutti (tranne naturalmente discepoli e amici dei), improvvisamente a due mesi dalle elezioni sono saltati fuori quasi 500 milioni per assunzioni nella pubblica amministrazione, nomine di nuovi dirigenti e nuovi direttori, e per un'edilizia pubblica ferma da quattro anni.  

«Non è un miracolo, lo faceva anche Dellai e ha sempre funzionato!» ha urlato stizzito Claudio Cia iniziando a colpire ripetutamente Olivi a testate sugli stinchi. Sono iniziate a volate parole grosse. Il presidente del consiglio Dorigatti ha dovuto esplodere dei colpi di arma da fuoco in aria per far tornare la calma. 

Approfittando della bagarre, Civico ha telefonato a Valduga per capire se vuole entrare nei Civici, ma il sindaco di Rovereto s'è detto fuori dai giochi: Carollo lo vuole alla direzione artistica del Natale dei popoli. Devono solo trovare un abete in acciaio per evitare che Valduga in preda ad un attacco di roncolite lo tagli, bale lucette e tutt. A quel punto, per stemperare gli animi, Dallapiccola ha mostrato un filmato in cui si vede Sara Ferrari travestita da cantante Sinti suonare alla Festa della Patata di Vigolo Vattaro usando Cia come bonghi. Parapiglia generale. La Ferrari ha lanciato una patata. Bezzi ha lanciato il cane della Biancofiore. Cia si è lanciato da solo. La seduta è stata rinviata a elezione da destinarsi.

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