Fraccaro, il portavoce e Twitter
Fraccaro, il portavoce e Twitter
Inutile tentare di avere, dal trentino Riccardo Fraccaro, ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, una risposta compiuta, articolata e ragionata, su questioni strategiche come la nuova concessione di A22, lo sviluppo del Corridoio del Brennero, le tratte di accesso destinate a segnare il futuro dei territori attraversati dalla ferrovia.
Lo contatti prima per telefono o per WhatsApp, e il ministro (nella foto con il sindaco Alessandro Andreatta e il collega Sergio Costa) ti rimanda al portavoce che non porta a nulla. Allora, quale migliore occasione di incontrarlo di persona, al summit in municipio a Trento sulle aree inquinate a nord della città? Anche dal vivo, il refrain del ministro con il pullover blu elettrico, è sempre lo stesso: «Parli con il mio portavoce».
Al solito: evitare domande, che i giornalisti si accontentino di un tweet o di un post sui social. E così la domanda - una delle tante, per dire, in nome della trasparenza - sul perché il rendiconto dei parlamentari 5 Stelle che si tagliano lo stipendio sia fermo al marzo 2018, resta nel bloc notes. Sul Tav Torino-Lione, il giorno dopo il rilancio dei cantieri del viceministro Salvini a Chiomonte, risposta scontata: «La posizione del Governo è che dobbiamo aspettare l’analisi costi-benefici».
E sulla partita dell’A22? Già sentito (dal ministro Toninelli): «La nuova concessione dell’A22 è molto importante, perché la vediamo come un modello per tutta Italia. Finalmente» dice Fraccaro «un ente al 100% pubblico dovrà gestire un’autostrada con dentro gli enti locali con soldi e dividendi che vanno al territorio».
Ma ministro, c’è un scontro durissimo in atto, Autobrennero spa, Provincia di Trento, seguita da quella di Modena, hanno impugnato al Tar la delibera del Cipe per la nuova concessione? «Ricorsi legittimi, tutta la questione dell’A22 è di rilevanza nazionale, perché diventerà un modello nazionale» ripete il ministro. Un cinguettio. Poco più. Accontentiamoci.