Ho visto un film davvero speciale
Ho visto un film davvero speciale
L’altro giorno ho visto Frankenstein alla televisione. Uno dei primi Frankenstein, ancora in bianco e nero. Sapete cosa mi ha spaventato di quel film? Il modo in cui camminava il mostro; con quelle braccia rigide, non vedevo qualcuno camminare così da quando la mia vicina si è ustionata con la lampada abbronzante.
Avrebbero voluto metterlo in analisi da uno psichiatra, ma con quel modo di muoversi ci avrebbe impiegato un’ora solo per riuscire a sdraiarsi sul divano (e sessanta minuti di ripresa su uno che si sdraia sul divano, sono troppi anche per il cinema di una volta). Il film era della Universal Studios che, per ogni rappresentazione del “mostro di Frankenstein” con le fattezze e il trucco di Boris Karloff ha incassato per anni i diritti d’autore. Anche per Ignazio La Russa i truccatori della Universal ricevono i diritti, ma la cifra è più bassa. A ogni modo, credo che il film non fosse originale perché non corrispondeva al classico che ricordavo. Tanto per cominciare, la vicenda si svolgeva in un paesino vicino a Cantù. Il paese era così piccolo che all’ingresso c’era un cartello «Benvenuti a Niente» e un metro dopo c’era un altro cartello «Arrivederci e grazie».
Anche le case erano piccole; così piccole che quando mettevano le chiavi nella serratura rompevano le finestre. In una scena c’è lo scienziato Victor che girando per la casa calpesta una sigaretta e sua moglie gli urla «chi ha spento il riscaldamento?». Le Ferrovie avevano carenza di passeggeri, e quando qualcuno chiamava il capostazione per sapere a che ora parte il prossimo treno per la città, il ferroviere rispondeva «lei a che ora vuole che parta?».
Però, a dispetto degli esperimenti dello scienziato, era un paese tranquillo. Un paese dove tutti conoscono tutti; in tv c’era un programma alle otto in punto dove mostravano i test di paternità. Una delle missioni più impegnative svolte dai pompieri del paese è stata tirare già dal letto il sindaco. Che era anche il capo dei pompieri. Un piccolo conflitto d’interessi tipico delle realtà minori.
Era anche un paese molto povero. I genitori, a turno, mandavano i figli da McDonald a leccare le dita alle persone che avevano appena mangiato. La cosa buffa è che il paese confinava con un villaggio turistico per ricchi. Un pomeriggio gli animatori si sono messi a giocare a Guglielmo Tell. Un tipo stava in piedi col suo portafogli sulla testa e tre ragazze cercavano di colpirlo con le chiavi delle loro camere. Poi per fortuna è arrivata la pubblicità.