Essere parte di una comunità e cercare il proprio posto nel mondo
Essere parte di una comunità e cercare il proprio posto nel mondo
In questi giorni difficili, se vogliamo cercare qualche aspetto positivo potremmo senza dubbio trovarlo nella rinnovata capacità di unirci, di sentirci comunità, di saper condividere piccole gioie, grandi dolori.
Un bene prezioso, il potersi sentire parte di un contesto sociale. Che ci aiuta ad apprezzare anche la protagonista del libro scelto da Deana Suman della libreria Ubik di Trento, nostra ospite di oggi. “L’ingrata” di Dina Nayeri (Feltrinelli, 366 pagine), narra di una migrante in fuga dall’Iran e alla ricerca del proprio “posto nel mondo”.
Chiediamo anche a te, Deana, dove leggi in questi giorni, in casa.
«Solitamente leggo sul divano o nel letto, la sera. Se la giornata è particolarmente bella, invece, amo stare sul terrazzo di casa.
A che punto sei? Perché l’hai scelto?
«Mi mancano poche pagine per terminarlo. L’ho scelto perché sono da sempre interessata a tutto ciò che è la ricerca di identità, di appartenenza e di un qualcosa che possa essere definito “casa”, sia questo un paese, una passione artistica o gli occhi di una persona amata. In particolare mi affascinano i percorsi di vita che sono in un certo senso forzati ad affrontare questo argomento, per quanto universale sia».
Raccontaci un po’ del tuo libro.
«La protagonista è costretta a lasciare il proprio paese di origine, l’Iran, ancora bambina e racconta le varie fasi della propria vita in quella che è una costante ricerca di sé stessa e di un senso a quello che sta attraversando. Cambia vari paesi, incontra svariate culture e affronta lo smarrimento della propria identità. Proprio a causa di questo svilupperà un forte bisogno di definire e delineare la propria persona in base a ciò che effettivamente è e può fare, invece di subire la classificazione e il marchio altrui. In particolare è molto interessante il rapporto con la madre, che cerca di crescerla “grata” per tutto ciò che ha, quando invece Dina proprio grazie alla sua “ingratitudine” sarà capace di esplorare e apprendere, riuscendo poi a far coesistere entrambi questi aspetti del suo essere».
Regalaci un passo che ti ha particolarmente colpito.
«“La curiosità è un potente strumento correttivo. Riporta le persone al loro stato naturale, anche se per breve tempo. Per incuriosire non hai bisogno di competenze eccezionali. È sufficiente interessare. Se ami una persona, una famiglia, non vuoi che diventino come te. Vuoi che restino come sono. Vuoi conoscere i loro tic e fobie, il paese che hanno lasciato e tutti i loro strani profumi, le canzoni dell’infanzia, le loro cattive abitudini, la musica delle loro feste”».
Hai gia’ scelto il prossimo libro?
«Non vedo l’ora di iniziare “Le transizioni” di Pajtim Statovci».
E voi lettori? Quali pagine vi stanno accompagnando? Inviate a libri@ladige.it le vostre schede ed i vostri selfie.