Videoconfidenze ai tempi del virus
Videoconfidenze ai tempi del virus
Dopo questo periodo avremo gli appartamenti perfettamente puliti, così come i nostri conti correnti. Io per farmela passare sto imbiancando casa: sbianc working. Ogni giorno. Ho già dato ventuno mani di colore. Credo di avere ristretto l’appartamento di almeno dieci centimetri. Però ne ho aumentato l’efficienza energetica.
A dire il vero non ho imbiancato solo i muri, ma anche il pavimento, i mobili, e più in generale tutto quello che si trova nel raggio d’azione del pennello. Ieri ho chiamato un’agenzia per le pulizie, ma lavorano in smart working. Ho chiesto come funziona, mi hanno risposto «Lei ci chiama e noi le diciamo cosa deve fare». Molti usano le videochiamate. Credo che ci siano poche cose più divertenti che ricevere una videochiamata quando non te l’aspetti. Una di queste è farsi passare un furgoncino sul piede. Anche le videoconferenze vanno di moda. Personalmente, alle video conferenze preferisco le video confidenze, cioè chiamo gli amici e gli chiedo cosa stanno facendo. E loro mi dicono «e tu cosa stai facendo?»
Chiamo gli amici e gli chiedo cosa stanno facendo. E loro mi dicono «e tu cosa stai facendo?» Chiamo gli amici e gli chiedo cosa stanno facendo. Non so perché, ma di solito a questo punto cade la linea. Va beh si scherza, ma non significa che questa situazione non mi preoccupi. Anche perché non esistono ammortizzatori sociali o cassa integrazione nel mio lavoro. Il fatto è che il termine pre-occuparsi significa occuparsi di qualcosa prima che succeda, il che aumenta le probabilità che accada. Certo non mi sarei mai aspettato che in Trentino un giorno l’Amuchina sarebbe stata più ricercata della grappa.
O che il semplice fatto di andare a fare la spesa, mi avrebbe reso felice come un bambino in gita. In mezzo a tante negazioni, siamo arrivati al punto di entusiasmarci per ogni piccola cosa. È bellissimo. Serbiamoci il ricordo di questo entusiasmo, quando torneremo narcotizzati dalle nostre confort zone.