Torna la volpe dai due volti Fugatti fra Arno e Boccia
Le mosse sono quelle di una vecchia volpe. Di uno che sarà anche stato catapultato alla presidenza della Provincia senza avere una concreta esperienza da amministratore alle spalle, ma che conosce bene riti e liturgie romane. In questi giorni torna dunque in auge il presidente a due facce. Il Maurizio (di lotta) e il Fugatti (di governo).
Il presidente altoatesino Arno Kompatscher forza la mano per riaprire tutto, approvando una legge che il ministro Boccia subito impugna (non per criticare l’autonomia, per carità, me per tutelare la salute dei lavoratori)? Fugatti cerca di arrivare allo stesso risultato senza far arrabbiare Boccia. Arno è un ex giocatore di Hockey: picchia duro. Maurizio, che da ragazzo deve aver giocato a calcio in difesa (melina e astuzia), firma la ventiquattresima ordinanza per aprire più o meno in sordina quasi tutto quello che resta da aprire, mentre Fugatti porta in consiglio provinciale una legge che sembra (quasi) scritta insieme al ministro per le Regioni. Lo “scontro” c’è, perché l’autonomia va difesa e i denari (i 480 milioni di euro che Trento non vuole restituire a Roma) vanno rivendicati.
Lo stesso Giorgio Tonini, capo dell’opposizione dialogante e compagno di partito di Boccia, ha ricordato ieri su queste pagine che non si può mai abbassare la guardia, nelle trattative col governo. Però è uno “scontro” che non prevede strappi. Mentre Maurizio cambia le regole come se fossero bastoncini di shangai che sfila senza far crollare tutta la costruzione, Fugatti dialoga e aspetta l’ultimo via libera per aprire negozi, bar e ristoranti.
Kompatscher - anche per coprirsi a destra, tenendosi buono chi sogna l’autonomia totale - vuole mettere Boccia al tappeto. Fugatti punta alla vittoria ai punti.
Il primo, come un funambolo, cammina su un filo sottilissimo. Chi lo guarda è pronto a schierarsi con lui se vincerà e a scaricarlo se perderà: un classico della politica. Il secondo punta ad un capolavoro tattico: vuole aprire tutto già da domani o fra qualche giorno (dunque prima di tutte le altre Regioni, che dovrebbero “ripartire” solo dopo il 18), ma con il compromesso del secolo. L’obiettivo sembra un gomitolo.
Ma è un filo tenuto teso dalla volpe: non scontentare il “sinistro” Boccia, non spiazzare il “destro” Zaia - che non rappresenta solo il Veneto, ma anche l’idea di una Lega con meno felpe e più giacche, simile a quella che piace a Fugatti e che nemmeno Maurizio può scontentare - dando contestualmente ai trentini l’idea che l’autonomia non si muova di un millimetro e che non abbia nulla da invidiare ai cugini altoatesini. Se al Maurizio barricadero e al Fugatti democristianleghista l’operazione riesce, sarà una specie di capolavoro. Anche perché la porta a casa col consenso di tutti. L’unico rischio? Che poi faccia una conferenza stampa per spiegare l’operazione.