Ecologia, il buon esempio del papa
Spesso, e non senza qualche ragione, i papi sono accusati di «parlare bene e razzolare male».
Un recentissimo testo smentisce però l'aforisma, perché dimostra che Francesco ha fatto la sua parte per attuare concrete scelte ecologiche nella Città del Vaticano (in sigla, Scv), il più piccolo Stato del mondo - 44 ettari - nel quale lui è sovrano assoluto.
Infatti, giovedì in Curia è stata pubblicata un'ampia riflessione di oltre duecento pagine, intitolata «In cammino per la cura della casa comune», per celebrare così in modo degno il quinto anniversario dell'enciclica ecologica «Laudato si'», firmata da Bergoglio alla fine di maggio del 2015.
In testo fa una specie di mappa delle realizzazioni compiute, e di quelle auspicate ma non attuate, nella Chiesa universale e all'interno del Vaticano, al fine di contribuire a salvaguardare la terra e il creato da manomissioni, sfruttamento egoista, politiche miopi e decisioni inadeguate.
Alcune citazioni. «All'interno dello Scv la razionalizzazione ed ottimizzazione dell'intero sistema di raccolta dei rifiuti segue una visione del rifiuto quale risorsa economica derivante dal suo proficuo e virtuoso utilizzo; perciò sono state adottate procedure per la raccolta differenziata in tutte le Direzioni/Uffici e lo smaltimento differenziato sia dei rifiuti normali (organico, plastica, carta e materiali ferrosi) sia dei rifiuti speciali/pericolosi (oli esausti, pneumatici, metalli pericolosi, plastica, batterie, rifiuti ospedalieri). In merito alla tutela delle risorse idriche, essa si attua attraverso la riduzione dello spreco e l'uso razionale con l'installazione di circuiti chiusi per il riciclo delle acque destinate alle fontane».
Ancora: «Sono stati installati pannelli solari, impianti di illuminazione con apparati a Led, sensori crepuscolari di illuminamento e di presenza di ultima generazione, che regolano l'intensità della luce a seconda dell'illuminazione naturale della stanza
La nuova illuminazione della volta della Cappella Sistina ha consentito un risparmio di circa il 60% dei costi energetici e delle emissioni di gas serra ed un rallentamento considerevole dell'invecchiamento degli affreschi; la nuova illuminazione di Piazza San Pietro, del Colonnato del Bernini e dell'interno della Basilica di San Pietro ha permesso un risparmio energetico tra il 70 e l'80 %».
Non sarà la rivoluzione, tanto più in tempi di pandemia; tuttavia, immaginiamo i vantaggi ecologici se in Italia tutte le ventiquattro mila parrocchie adottassero, nel loro piccolo, la stessa politica per tutti gli edifici (chiese, oratori, asili, scuole, case di cura) che dipendono da loro o dalla diocesi.
Anche se il documento vaticano appare debole quando mescola temi squisitamente ecologici con altri (aborto, eutanasia) che meriterebbero invece adeguate trattazioni e distinzioni, esso appare un contributo per responsabilizzare credenti, non credenti, diversamente credenti di fronte ad un comune e gigantesco impegno: «Abbiamo una sola terra. Questa. Salviamola».