Giorno della memoria, storia della Rosa Bianca
"La storia della Rosa Bianca è un straordinario esempio di resistenza allo stato puro che attraversa i tempi. Una reazione etica, estetica, morale, esistenziale all'oppressione e all'ingiustizia che oggi ancora ci parla e soprattutto parla ai ragazzi perché potrebbe essere, in qualche modo, anche la loro storia". Per la Giornata della Memoria, l'attrice e autrice Aida Talliente ritorna in Trentino con il suo spettacolo dedicato a "La Rosa Bianca" - e lo presenta così a L'Adige - in scena giovedì 27 gennaio, alle 20.45, al Teatro comunale di Pergine Valsugana, nell'ambito del programma "FuoriStagione 2021-2022".
La rappresentazione, di e con Aida Talliente e Sandro Pivotti, nuovo compagno di scena dopo Fabrizio Saccomanno, musiche di Marco Colonna, disegno luci di Luigi Biondi, è una produzione Ura Teatro, Treno della Memoria Regione Puglia, e associazione culturale trentina Aria Teatro, con il patrocinio della Fondazione "Die Weiße Rose" di Monaco di Baviera e di molte realtà della regione Friuli Venezia-Giulia.
"Rosa bianca" è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst che, con la collaborazione del professor Kurt Huber, dalla primavera del 1942 all'inverno del 1943 iniziarono e portarono avanti un coraggioso percorso di resistenza politica, scrivendo e diffondendo sei volantini contro il regime nazista. Scoperti, arrestati e condannati a morte dopo un processo farsa, la loro vita è diventata un inno alla libertà e alla responsabilità.
"La resistenza - commenta Talliente - è mettere se stessi di fronte all'ingiustizia senza porsi il problema se ciò sia efficace o no, anche a costo di rischiare la vita. Si tratta di un sentire così profondo che in alcuni muove qualcosa di misterioso: una fiducia che spinge a guardare oltre e permette di compiere una scelta".
Nei giovani della Rosa Bianca c'è già anche un anelito all'Europa: «Nel quinto volantino scrivono: "Solo attraverso un'ampia collaborazione dei popoli europei si può creare la base su cui sarà possibile una costruzione nuova (…) Ogni popolo, ogni individuo ha diritto ai beni della terra! Libertà di parola, libertà di fede, difesa dei singoli cittadini (…) Queste sono le basi della nuova Europa". Più che mai risuonano attuali queste parole, di fronte ad un'Europa in cui oggi si assiste al ritorno di autoritarismi e nazionalismi che respingono violentemente con barriere e confini chi è in fuga da guerre e povertà. Perciò - conclude l'attrice -, ogni volta che raccontiamo una storia come questa, noi attori ci sentiamo chiamati in causa prima di tutto come persone: il teatro è strumento di educazione, di relazione, di bellezza, di denuncia. Lo strumento politico che ci consente di decidere da che parte stare».