“Crediti d’imposta da sbloccare, se no sono guai”
Il senatore trentino presenta gli emendamenti di Fratelli d'Italia
Un pacchetto di 155 emendamenti al Decreto legge Ucraina bis per «evitare il tracollo economico» perché «il governo con l'impasse dei crediti di imposta sta paralizzando il mercato, mettendo in difficoltà famiglie e imprese». Il gruppo di Fratelli d'Italia al Senato ha illustrato in una conferenza stampa gli emendamenti al decreto con cui punta a «sbloccare una massa di crediti fiscali che le imprese non sono più in grado di scaricare».
In prima linea su questo fronte c'è il senatore e segretario della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, Andrea de Bertoldi. «L'esecutivo Draghi - afferma il parlamentare trentino - continua a giocare con la pelle degli italiani paralizzando di fatto il credito d'imposta». E aggiunge: «Il decreto legge Ucraina prevede aiuti alle imprese che sono in difficoltà per gli aumenti energetici ma dall'altra parte si bloccano le cessioni dei crediti d'imposta, come dire che con una mano si dà e con l'altra si toglie. E non lo dice Fratelli d'Italia, ma lo dicono gli operatori economici. L'effetto è dunque zero o addirittura sotto zero, per questo abbiamo fatto proposte emendative, in modo costruttivo, basate su praticità e realismo, tese a ridare linfa al sistema prima di tutto eliminando il divieto alla cessione del credito d'imposta in modo graduale».
Non bisogna però eliminare solo il divieto di cessione ma per il parlamentare che di lavoro fa il commercialista «è indispensabile estendere la platea degli acquirenti anche alle società quotate».
Il senatore è preoccupato: «C'è un problema, che rischia di assumere contorni drammatici. Siamo a inizio aprile e quasi tutti gli istituti bancari hanno già comunicato alla propria clientela di aver esaurito il plafond previsto per l'acquisto dei crediti d'imposta o di essere in procinto di farlo e quindi hanno interrotto anche le operazioni in itinere. Solo in Trentino ci sono alcuni miliardi da sbloccare. È urgente ampliare la platea delle società in grado di gestire i crediti o consentire alle banche di rimodulare il proprio piano di ammortamento altrimenti il rischio è che la misura non funzioni più e che imprese e famiglie si trovino in gravissime difficoltà».
E conclude: «Il governo Draghi non faccia altri bluff. La partita in gioco è troppo importante. Se non accoglierà i nostri emendamenti, banche e assicurazioni non accetteranno più di farsi carico di crediti d'imposta e i primi a pagarne sarebbero i cittadini e chi ha un'azienda. Non voglio nemmeno pensare che non si arrivi ad una soluzione».Sono circa mille, complessivamente, gli emendamenti presentati dalle varie forze politiche al disegno di legge di conversione del cosiddetto decreto Ucraina bis ora in commissione.