Due trentini nella Gold Coast: duemila km in bici sulle tracce dei nostri emigranti
Roberto Bombardelli, nato in Australia e tornato bambino ad Aldeno, e Lionello Ravanelli, di Albiano, sono partiti per un viaggio che è anche un tributo ai tanti che cercarono fortuna in quella terra lontana. Ce lo raccontano con il blog "Effetto Boomerang"
LA GALLERY/1 A spasso per Sidney
MILANO-SYDNEY. Il nostro viaggio era cominciato mesi prima: pianificazione, complessivamente poca burocrazia, prenotazione del viaggio, raccolta di informazioni sui luoghi e sulla rotta di massima, polizza extra...
Ci teniamo a precisare l'extra, poiché per effetto di un accordo bilaterale frutto di negoziazione della associazione ANEA (ex emigrati in Australia), i nostri connazionali che qui approdano per vari motivi, godono dell'assistenza sanitaria gratuita per tre mesi.
L'aspetto preparatorio più complesso di questo viaggio è stata la scelta dei materiali: viaggeremo leggeri in bicicletta. Rotta iniziale: Gold Coast, da Sydney a Cairns, qualche migliaia di km.
Noi siamo Roberto e Lionello, rispettivamente di Aldeno e Albiano, docente e funzionario di banca da poco in quiescenza (il termine ci pare meno impegnativo rispetto a pensionati che ci evoca staticità e routine…viale del tramonto). Ciclisti per passione, vivremo sulle bici come si trattasse di pony per vecchi cowboy. Arrivare qui è facile ma anche se il viaggio è piuttosto faticoso in economy class. Preoccupazioni zero.
Però si ringiovanisce di otto ore che chissà dove vanno a finire. Abbiamo salutato a Milano Malpensa le nostre amate famiglie che ci sostengono in questa avventura e saliamo a bordo. Check in differenti desk perché uno di noi (detto Bob, l'altro è Lio) viaggia con passaporto australiano. Figlio di migranti, è in Italia da '63 e ha un conto in sospeso con l'inglese, parlato in famiglia da mamma e sorella e a cui Bob pare allergico.
In aereo conosciamo una coppia, come noi retired, austro-veronese che, dopo lunghe conversazioni, ci invitano a casa loro e ci offrono protezione in caso di bisogno (Cinzia ed Andrew). La signora ci dice che fa bene la pizza. Vivono a Sydney da molti anni, lei di Verona e lui di qui.
Arrivati a Sydney, pare di essere come in un altro pianeta: tutto diventa facile (anche le ordinatissime e per nulla invasive operazioni di sbarco e sdoganamento) e la sicurezza si respira ovunque. Niente serpenti e ragni velenosi in giro. Per strada la gente ti aiuta con una imbarazzante pazienza se chiedi loro informazioni in un inglese improbabile.
Sì, è vero, tutti ti sorpassano se vai a piedi, pare che stiano correndo, magari con cellulare o caffè extra large in mano...ma tutto funziona alla grande. C'è una fretta senza nervosismo e sembra di vivere un'esperienza distopica su un esopianeta abitabile.
Sarà la luna di miele della novità ma qui non si vede una macchina ammaccata. Tutti rispettano distanze di sicurezza e segnaletica.
Il pedone qui è sacro. Anche il ciclista può scegliere tra ciclabile, strada o marciapiedi a discrezione, senza imbarazzi o improperi vari. L'uso del clacson è minimo e si gira col solo rumore delle conversazioni della gente e i sempre di meno rumori di motori termici...anche se la benzina qui costa un euro e venti centesimi. In tre giorni non abbiamo sentito di incidenti in una città così affollata: Sydney è bellissima, ordinata e piena di luoghi verdi o monumentali per fermarsi a riposare, bere da una fontana, darsi una rinfrescata. Rispetto all'ultima volta che Bob c'è stato, hanno chiuso parti delle principali arterie per trasformarli in luoghi di relax.
Bagni pubblici e panchine, altra nota: per questo tu vedi molto anziani in giro o persone con disabilità su scooter o sedie a rotelle elettriche in assoluta autonomia.
È pur vero che qui abbiamo visto molte persone vivere per strada o sulle panchine e ci è parso un po' in controtendenza. Tuttavia, anziché togliere le panchine per evitare scorci di miseria e sofferenza ai turisti, gli australiani non hanno fatto altro che aggiungere nuove panchine (d’obbligo il pensiero a qualche ineccepibile amministratore nazionale). Così tutti possono trovare un luogo dove riposare, visto che le distanze qui sono ampie. La cortesia regna sovrana. Se chiedi informazioni, si fanno in quattro (x2) e non ti abbandonano anche se hanno fretta.
I problemi ci saranno sicuramente, ma per ora pare che lo stile di vita sia tutto sommato più che soddisfacente. Senti molto Sorry, in giro. Welfare: ottimo. Per avere la copertura sanitaria su tutto il continente, basta recarsi con tessera sanitaria e passaporto in uno dei centinaia "Centrlink" per richiedere la tessera "Medicare". L'ordine negli uffici è notevole, desk office all'ingresso, operatori della sicurezza, prenotazione di un operatore e poi basta. Per l'attesa poltroncine comode e spazio per chi vi si reca con bambini.
Girare in bicicletta per la città è una modalità super; in un giorno puoi percorrere due volte la "Harbour Bridge", goderti il paesaggio immenso da "Darling Bridge", e dopo una sosta in uno degli innumerevoli giardini dove i lavoratori si godono la pausa pranzo, andare su e giù per le arterie principali Pitt e George per chilometri, goderti gratuitamente molte bellezze come l'Opera House, che sorprende sempre vedere e che rapisce occhi e fotocamera.
Costi: prezzi più alti che da noi ma si può risparmiare presso certe catene di supermercati come Aldi.
Dopo due giorni di ambientamento, oggi andremo in treno a Wollongong, luogo di nascita di Bob (Robert qui ma Roberto in Italia per effetto di un alacre impiegato italiano che nel '63 ha aggiunto una o e che lo costringe a girare con una dichiarazione che i due sono la stessa persona, visto che sul passaporto italiano c'è Roberto e su quello australiano Robert.
Prima di iniziare il nostro viaggio on the road, prendiamo un hotel per 4 giorni, per smaltire il viaggio, preparare i mezzi, salutare qualcuno.
A Wollongong ci attendono i parenti di Bob, zii, figli e nipoti. La città è a sud di Sydney di una ottantina di km. Una Réunion dopo 7 anni. Chissà che sorpresa. Arrivati a Wollongong, luogo di nascita di Roberto, alias Robert, alias Bob, siamo ospiti dei suoi zii Bruno e Adriana, emigrati negli anni ‘50.
Ci raggiungono i figli Daniel, Robin e la nipote Stephanie. Ricordi, empia e buona cucina si integrano in un vortice di emozioni ed allegria.
Ci aiutano a prenotare la tappa di domani in treno verso Brisbane (16 ore), da dove poi inizierà il nostro ride. Rientriamo al campo base di Commonwealth street per predisporre le nostre cose.
A presto
Lio e Bob
(1. Continua)