Due trentini nella Gold Coast: le meraviglie della barriera corallina
Roberto Bombardelli, nato in Australia e tornato bambino ad Aldeno, e Lionello Ravanelli, di Albiano, sono partiti per un viaggio che è anche un tributo ai tanti che cercarono fortuna in quella terra lontana. Ce lo raccontano con il blog "Effetto Boomerang"
PRIMA TAPPA L'arrivo e le prime pedalate
SECONDA TAPPA La città dell'eterna primavera
TERZA TAPPA Pedalando dall'altra parte del mondo
QUARTA TAPPA Un'isola spaziale
QUINTA TAPPA Un passo indietro nel tempo
LA GALLERY/1 A spasso per Sidney
LA GALLERY/2 Brisbane, tuffo nel futuro
LA GALLERY/3 Tra spiagge e campeggi
LA GALLERY/4 Panorami incredibili
LA GALLERY/5 Magnetic Island
LA GALLERY/6 La barriera corallina
CAIRNS. Abitare a Cairns è come stare su una nave da crociera dove trovi già tutto pronto e nemmeno sai quanto c’è. Lo scopri giorno per giorno. La foresta pluviale, le magnifiche spiagge a nord, parchi naturali, la grande Barriera di fronte…
La città ti comunica in vari modi che vuole andare piano. In tantissimi lavorano per la manutenzione dell’enorme Promenade, un polmone verde della città, costruito per lo svago dei suoi abitanti, con piste ciclabili, parchi attrezzati e Lagoon. L’impatto con Lagoon è forte, specialmente se ci arrivi in bicicletta a tarda sera stanco e sudato. Lagoon è un impianto balneare dentro la città.
Non è esattamente una piscina, sarebbe offensivo solo pensarlo: è un luogo di ritrovo e socializzazione, ma acquatico. La gente ci va con i bambini o durante la pausa pranzo in qualunque stagione (siamo ai tropici), si può fare da mangiare con i barbecue gratuiti e poi nuotare nell’acqua a 31 gradi. Lagoon si estende su un’area di alcuni ettari. Acqua dolce: un impianto artificiale che sembra naturale. Risale a molti anni fa la trasformazione della zona lagunare che era contraddistinta da tanti segnali di pericolo: “Pericolo coccodrilli”, “Non avvicinarsi con bassa marea”, …; il paesaggio ora è ben integrato da sembrare un’oasi di pace e tranquillità per i suoi circa 150.000 abitanti.
I turisti e i locali amano questa zona, soprattutto le giovani famiglie.
Percorrendo il lungomare (Explanade) per 3/4 km e si incontra, ogni tanto, un luogo di gioco per i bimbi (Play Ground); vi si accede attivando un’apertura posizionata all’incirca ad un metro e settanta di altezza e si possono trovare giochi per bambini di dimensioni montessoriane e tanta acqua tiepida. Un’area sicura, che consente ai genitori di rilassarsi, leggere un libro, fare pic nic, mentre i figli giocano. Explanade o anche Promenade e Lagoon somigliano ad un centro benessere aperto tutti e …gratuito.
Notiamo molte donne in dolce attesa e questo ci colpisce piacevolmente e ci stimola alla riflessione: perché nel nostro bel Paese no? Eppure il bello da noi è strabordante…
Gli impianti sportivi, liberi e gratuiti, curatissimi, fanno da dissipatore allo stress quotidiano del lavoro. Altro che benzodiazepine a carico del SSN!
A Cairns notiamo che l’integrazione dei nativi è maggiore rispetto ad altre zone. Anche a Tully lo avevamo notato: abbiamo incontrato coppie miste. Sacche di marginalità sono presenti ancora, ma pure persone aborigene in SUV e signore native che dopo la spesa attendono un Uber per tornare a casa.
Incontriamo Filomena e Umberto.
Vivono a Melbourne con la famiglia e hanno raggiunto Cairns per una vacanza. Sono arrivati in moto (entrambi con la Harley); vivono in Australia da 25 anni. Li abbiamo intercettati per il loro romano doc, lei è laziale e lui romanista anche qui … la natura ama le diversità.
Passeggiando per una mezz’ora sulla “Promenade” ci raccontiamo un “sacco” di belle cose. È la seconda volta che ritornano a Cairns sulle loro Harley, con soste nei motel, evitando però la costa e optando per itinerari all’interno del Paese.
Lei è nata da genitori italiani rimpatriati. Umberto e Filomena decidono nel ‘99 di venire a vivere in Australia, con i loro due bimbi. La loro decisione era stata dettata dall’esigenza di dare un futuro migliore ai figli. Che determinazione, visto che non si trattava del dopoguerra. Con due valigie, la famiglia si trasferisce e i figli assumono la seconda cittadinanza poiché Filomena era nata in Australia.
Sì, è proprio così: chi nasce qui può trasmettere per discendenza la cittadinanza, a prescindere da dove decide di vivere nel mondo.
In Italia non riuscivano ad accedere un mutuo per comprarsi una casa; in Australia, dopo un anno ce l’hanno fatta, anche con pochi ma significativi risparmi di una vita. Filomena dice che in un anno qui hanno fatto cose che nemmeno in 10 vite avrebbero potuto realizzare da soli in Patria.
“Anyway” ci ripete, non le è chiaro come tutto questo non si possa fare da noi. Qui conta molto la fiducia e la sicurezza di un’economia che funziona bene, anche senza tanta burocrazia. Ora Filomena e Umberto, amanti di Cairns, hanno acquistato due case a Cairn City.
Recita Filomena nel suo bellissimo audio che ci invia il giorno successivo :”Qui se vuoi fare una cosa che ci tieni, alla fine la fai”.
Well done guys!
Rientriamo nel nostro appartamento a nord City, felici per il nostro incontro.
Bob ha un ginocchio un po’ provato tanto da fare una visita medica e forse un RMN più avanti a Melbourne. Ma non importa. Una meritata pausa dalla bici aumenta il desiderio di rimettersi in sella.
Si va a spasso e a nuotare. Un giorno Lio, con cappello “Aussie” (da australiano verace) e crema solare, parte per Port Douglas e Four Miles Beach (dove hanno trascorso alcune delle loro vacanze i Clinton); è andato in cerca delle noci di cocco per la cena: andata e ritorno 160 km.
A Port Douglas Lio incontra una giovane famiglia di italiani: Matteo di Brescia e Arianna di Rimini con il loro figlio in arrivo. Trasferitisi qui sette anni fa è in attesa della nazionalità che ha richiesto dato un iter molto complicato. Lavora nell’edilizia e guadagna bene tanto da aver attivato un propria ditta di costruzioni. Poco più di trent’anni.
Arianna lavora in Smart Working come Web Desiner. Con loro c’erano Adriano Pauline, loro amici con un figlio di tre anni e uno in arrivo.
Qui, dicono, vivono molto bene. Lavoro e welfare ok.
Lui può. Bob, nel frattempo, perfeziona una pratica burocratica per i successivi voli e riposa il ginocchio in Lagoon, dove si rimane protetti tranquillamente sotto l’occhio vigile della sicurezza. Una scritta recita: “Lifeguard is not a babysitter”.
L’indomani ci attende un catamarano che in due ore ci porterà su una isoletta della Big Reef.
Soldi spesi bene.
Oggi è il grande appuntamento. Abbiamo prenotato su un vascello che Bob già conosce: l’ “Ocean Spirit”, catamarano a vela, che in 2 ore di navigazione ci sbarca a Michaelmas Cay, finalmente. Si tratta di un atollo di sabbia che sbuca dalla barriera per un’altezza massima di 3,5 metri. Un santuario di oltre 200 specie di volatili che qui, in assenza di predatori naturali, covano direttamente sulla sabbia. Una corda li separa dalla zona di approdo e null’altro.
Lo snorkeling nella barriera è pazzesco: una folla di specie ittiche di dimensioni extralarge, enormi colonie di coralli dai colori sempre così unici, che non riesci a fotografarne due della stessa tinta. Due testuggini ci accompagnano calme, non troppo infastidite.
Il servizio di bordo e a terra è incredibile. Uomini e donne nello staff con ruoli non comparabili certo ai nostri sevizi di bordo, dove spesso le urla e lo stress sono assimilati dall’idea della vacanza imminente, e ti pare tutto inevitabile e le donne marinaie sono rare. Qui non è così. In tutti i campi e servizi marinari e anche nei cantieri e nel porto lavorano molte donne.
Durante il buffet ogni ben di Dio e la gentilezza resta il fare più gradito.
Lasciamo la barriera con l’azzurro nel cuore e una musica country di sottofondo.
Torniamo a Cairns nel pomeriggio per preparare bici e bagagli.
L’alba di domani ci porterà in volo ad Uluru e non ci meraviglieremo se andremo in crescendo.
(6. Continua)