Ho scoperto di avere un cagnolino

Ho scoperto di avere un cagnolino

di Lucio Gardin

Non ho mai passato tanto tempo con il mio cane quanto nelle ultime quattro settimane. A dire il vero non sapevo nemmeno di avere uno. Le cacchette che ho sempre calpestato in giardino pensavo fossero momenti di creatività del mio vicino di casa che chiamerò Fuffi, in caso stia leggendo questo articolo. E invece ho scoperto di avere un bel cagnolino che, sarà la primavera o la quarantena, ma in questo periodo si diletta ad accoppiarsi con qualsiasi cane incontri.

Anzi, certe volte non si preoccupa neppure che l'altro cane sia effettivamente un cane. Una gamba umana, una borsa della spesa, o addirittura (l'ho visto coi miei occhi) un escavatore Liebherr R 9800 della Lego, possono essere partner sessuali desiderabili per un cane maschio motivato. Non so esattamente di che razza sia, forse è un incrocio con un Carlino, perché sono cani molto amichevoli che si accoppierebbero con qualsiasi cosa. Probabilmente c'è del DNA di Carlino in Silvio Berlusconi.

Il mio primo contatto col migliore amico dell'uomo risale a quando avevo otto anni. Stavo tornando a casa dopo messa con la mia famiglia, quando un cagnolino randagio si avvicinò a mio papà e cominciò a scodinzolargli intorno, probabilmente il cucciolo avrà pensato «se sono gentile mi darà da mangiare», infatti mio papà l'ha portato a casa e ce l'ha dato da mangiare. No, sto scherzando. Papà lo portò a casa e lo adottammo.

Era un cagnetto di taglia piccola con le zampe così corte che non si vedevano neanche. Credo avesse delle rotelline retrattili sotto la pancia, e quando papà lo portava fuori in realtà lo spingeva come un carrello della spesa molto basso. Ricordo che trascorreva le giornate a dormire sul pianerottolo di casa. (il cane, non mio papà) Si svegliava solo quando sentiva la sirena di mezzogiorno, ed iniziava ad abbaiare come un assatanato. Sarebbe stato un buon cane da guardia semmai un rapinatore prima di svaligiare la casa avesse fatto l'imitazione della sirena di mezzogiorno.

Vista la sua predisposizione all'attività fisica lo abbiamo chiamato Fermo. Ricordo che obbedire ai comandi non era una delle sue principali qualità, soprattutto quando lo chiamavamo. «Vieni qui Fermo!».

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