Il tempo delle donne

Il tempo delle donne

di Alberto Faustini

Forse qualcosa sta davvero cambiando. Forse s'è realmente alzata un'aria nuova. Un'aria che si chiama Marta, come la nuova presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia: la giurista che appena nominata ha detto che s'è rotto il vetro di cristallo. Quello che non solo impedisce alle donne di fare carriera, ma anche di guadagnare quanto i colleghi maschi.
 
O forse, si chiama Ursula, l'aria nuova, come la nuova presidente della Commissione europea Ursula Von der Layen, che è riuscita ad affermarsi, anche come ministra in una Germania guidata da una donna come Angela Merkel, senza far mancare nulla ai suoi sette figli. O il vento di cambiamento si chiama Christine, come la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde. O Fabiola, come la (riconfermata; fatto storico, visto che nessuno l'aveva fatto per due mandati) direttrice generale del Cern di Ginevra Fabiola Gianotti.
 
O Elisabetta, come la presidente del Senato Casellati. O Sanna, come Sanna Marin, la trentaquattrenne chiamata a guidare la Finlandia, rivoluzionaria anche nel suo essere stata cresciuta da due madri. O forse si chiama Greta, questo vento che scompiglia opinioni e pensieri, come Greta Thunberg, la sedicenne svedese che per il Time è il personaggio (declinato al maschile, a dimostrazione che c'è ancora molto da fare anche dal punto di vista semantico) dell'anno.
 
E qui vorrei aggiungere il nome della nuova sindaca di Trento o della nuova presidente della Provincia autonoma. Ma una sindaca ancora non c'è. E non c'è nemmeno una governatrice in piazza Dante, malgrado siano passati parecchi anni da quando, in Italia, una donna è diventata ministra: era il 26 luglio del 1976, e in uno dei tanti governi Andreotti, Tina Anselmi guidò il dicastero del Lavoro e della previdenza sociale, passando poi alla Sanità nel 1978.
 
Quando si parla di candidature, da qualche anno a questa parte, i nomi femminili spuntano come funghi. E sta accadendo la stessa cosa anche a Trento, nella corsa verso Palazzo Thun. Ma quando poi si tratta di scegliere davvero - nelle stanze dei partiti, ma anche nell'urna elettorale - spunta sempre un maschio. Chi cerca l'uomo giusto, però, questa volta può cercare la donna giusta. Per diverse ragioni, a cominciare dalla più banale: il sindaco attuale (Alessandro Andreatta) non si ripresenta e dunque ogni forza politica è chiamata a cercare un nome nuovo. Il nome e il volto di una persona conosciuta, vicina alle istituzioni ma sufficientemente nuova da potersi proporre come un segnale di discontinuità.
 
Il nome e il volto di chi ha magari saputo realizzarsi e affermarsi in ambiti non strettamente politici, di chi non solo ha nuove idee, ma anche una nuova impostazione, un nuovo sguardo sul mondo e sulle cose. Un mondo che si può cambiare.

comments powered by Disqus