Un'altra idea di giustizia
A Trento per non fare un ospedale ci hanno messo 21 anni. Avete letto bene: per non farlo. Fra ricorsi al Tar, annullamenti, ripensamenti, una decisione presa il secolo scorso (o, se preferite, lo scorso millennio, visto che parliamo del 1999) è ancora sulla carta. Intanto il vecchio ospedale barcolla. È già stato ristrutturato, ma una cosa è sistemare una struttura così importante sapendo che presto ne nascerà un'altra e ben altra cosa è rattoppare l'ospedale più importante di un territorio senza sapere quando (e se, a questo punto) ne nascerà uno nuovo. C'è qualcosa che non va. Bello e giusto che si possano fare ricorsi, annullare gare, controllare procedure, discutere cavilli. Ma se una decisione politica dopo 21 anni resta sulla carta qualche domandina - interrogandosi, in senso lato, su tutta la burocrazia italica - bisognerà pur porsela. Nel frattempo, è cambiato il mondo e diverse sono le esigenze, come ben ci ha dimostrato l'emergenza Covid-19 e come ben ci ha spiegato ieri, in un'intervista, un direttore generale dell'Azienda sanitaria che si può confermare o non confermare, ma che non si può tenere sulla graticola come se fosse l'ultima delle salsicce. La politica si misura sulle scelte, ma anche sui modi.
Tornando ai cavilli, siamo il Paese che "libera" Carminati per decorrenza dei termini. Nessuno, anche in questo caso, mette in dubbio la legge o l'applicazione di codici e codicilli. Ma come si può permettere che se ne vada a casa - con l'obbligo di dimora scattato in extremis - un uomo che è considerato il pericolo pubblico numero uno? Il suo nome spunta nelle inchieste sulle più tragiche cose successe in questo Paese: Nar, banda della Magliana, Mafia Capitale...Cosa ci voleva per processarlo? Fra l'altro non è la prima volta che viene "salvato" da un ritardo, da un indulto, da un'interpretazione arzigogolata. Poi ci si stupisce se migliaia di italiani non ricevono la Cassa integrazione. Ma qualcuno si è chiesto cosa significhi, per chi è già in estrema difficoltà, ricevere un aiuto un giorno o mesi dopo quel giorno? Qualsiasi forma di giustizia diventa ingiustizia quando il tempo la ostacola o ne modifica il percorso.
E vogliamo aggiungere a tutto questo il dibattito su quanto è accaduto all'interno del Consiglio superiore della magistratura, dove ancora c'è chi si sorprende scoprendo che ci sono correnti e correntine che ricordano in tutto non solo gli schieramenti politici, ma anche alcuni atteggiamenti di una certa politica? Il presidente della Repubblica ha parlato di gravi distorsioni e della necessità di rimuovere prassi inaccettabili per tornare ad essere credibili. Ecco cosa serve, a questo Paese: credibilità. A tutti i livelli.