Dovremo tutti "cambiare rotta"? Un libro per invitare a riflettere

Dovremo tutti "cambiare rotta"? Un libro per invitare a riflettere

di Leonardo Pontalti

Quest’emergenza cambierà per sempre il “nostro” mondo ed il modo di viverlo. Facendoci forse apprezzare cose semplici, ma fondamentali, che davamo troppo per scontato.

Al di là della quotidiana tragedia del coronavirus, da anni in molti si stanno interrogando sulla necessità di “cambiare rotta”. Come gli autori di “Un’altra fine del mondo è possibile” (Treccani, 245 pagine) Pablo Servigne, Raphaël Stevens e Gauthier Chapelle. Il libro che sta leggendo l’ospite di Selfie di carta di oggi, Federico Zappini della libreria Duepunti di Trento.

Dove leggi, quando, come in questi giorni, sei in casa? «Leggo ovunque, di solito. La “quarantena” restringe il campo di opportunità. Casa è piccola (ci viviamo in quattro più un gatto: tutti rumorosi e invadenti) e bisogna cercare qualche angolo appartato, che si scopre giorno per giorno».

A che punto sei? Perché l’hai scelto?
«L’ho praticamente finito. Letto d’un fiato. L’ho scelto perché ne ho subito percepito la potenza narrativa. Treccani ha iniziato un interessante percorso di approfondimento nella collana Visioni. Libri molto efficaci negli sguardi che offrono sul futuro. Ne abbiamo bisogno in una fase storica così precaria e confusa».

Raccontaci un po’ del “tuo” libro.
«I tre autori, da punti di vista diversi, tentano di raccontare come secondo loro vada accettata - ed elaborata - l’idea che siamo di fronte al collasso del modello economico e sociale che ha contribuito a costruire (e allo stesso tempo distruggere) il Pianeta. Abbiamo conosciuto moltissima letteratura e filmografia distopica, con finali variabili tra l’Apocalisse e l’intervento salvifico dell’eroe, spesso americano (ricordate Armageddon?). Nel libro viene proposta una via alternativa, basata sull’inedita consapevolezza di una cittadinanza che è allo stesso tempo locale e globale. Ne ho scritto anche sul mio blog: https://pontidivista.wordpress.com/2020/03/14/andra-tutto-bene-se/»

Regalaci un passo che ti ha particolarmente colpito. «“All’improvviso il sistema cambierà inspiegabilmente. Oppure la tecnologia ci salverà. O la dea madre. O le creature di Alfa Centauri. O Gesù Cristo. O Babbo Natale. Tutte queste false speranze portano all’inazione, o almeno all’inefficienza. Uno dei motivi per cui mia madre rimase con mio padre, che le usava violenza, era il fatto che negli anni Cinquanta e Sessanta non c’erano rifugi per le donne maltrattate, un altro che aveva la speranza che lui sarebbe cambiato”».

Hai già scelto il prossimo libro?
«Il mio “problema” è che ho pile di libri in attesa ovunque. Segnalo tre titoli: La natura è innocente, Walter Siti (Rizzoli); Sulla libertà, Cass R. Sunstein (Einaudi); La Gang del pensiero, Tibor Fischer (Marcos Y Marcos)».

E voi, lettori? Qual è il vostro fedele amico di carta di queste giornate? Inviate le vostre “schede” e i vostri selfie a libri@ladige.it

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